sabato 1 gennaio 2022

Inferno, canto II

“Nel secondo canto dell'Inferno non ci sono degli evidenti riferimenti scientifici”.

“Ah, quindi passiamo al terzo?”.

“No, analizziamo questo più a fondo e troviamo qualche spunto, anche se i collegamenti sono un po' più vaghi rispetto a quelli che abbiamo incontrato nel primo canto”.

“Collegamenti, al plurale? Hai cercato più di uno spunto?”.

“Sì, e ne ho trovati tre”.

“Ah, però. Niente male per un canto senza evidenti riferimenti scientifici. Vediamo un po': qual è il primo argomento?”.

“Ecco qua:”.

"O donna di virtù, sola per cui
l’umana spezie eccede ogne contento
di quel ciel c’ha minor li cerchi sui,

“Suppongo che la donna di virtù possa essere Beatrice ma, cerchi? Di cosa parliamo?”.

“Supponi bene, è Beatrice”.

“E il resto? Cos'è che fa l'umana spezie? Di che cerchi stiamo parlando?”.

“Quei versi dicono che la specie umana supera tutto ciò che è contenuto sotto il cielo che ha la circonferenza minore di tutti gli altri”.

“Eh?”.

“La virtù di Beatrice è così grande che permette alla intera specie umana di elevarsi, di staccarsi dalle cose mondane e di avvicinarsi alle cose spirituali. Nell'universo di Dante la terra si trova al centro, e intorno a essa si trovano le sfere celesti, i cerchi. La prima, quella di raggio minore di tutte, è quella della Luna. Beatrice è così ricca di virtù che riesce a elevare tutta l'umanità al di sopra delle cose materiali, fino al cielo della Luna. Qui ci sarebbe da dire tanto sulla forma dell'universo immaginato da Dante, ma lo faremo a tempo debito (l'abbiamo poi già fatto, in passato, parlando della 3-sfera)”.

“Uh, vero”.

“Bene, qui abbiamo solo un primo accenno alle sfere celesti, e basta così”.

“E il secondo argomento che hai trovato?”.

“Ho trovato l'eliotropismo”.

“A costo di ripetermi: eh?”.

“Questa cosa qui:”.

Quali fioretti dal notturno gelo
chinati e chiusi, poi che ’l sol li ’mbianca
si drizzan tutti aperti in loro stelo

“I fiori?”.

“I fiori che si aprono, sensibili alla luce del sole”.

“Come i girasoli?”.

Come i girasoli. Solo pochi anni fa hanno scoperto come fanno i fiori a inseguire il sole, dato che non possiedono muscoli: prima non era un fatto chiaro e spiegato bene. Ancora oggi manca qualche cosa, non si è ancora capito tutto”.

“Che roba. Però qui non c'è un gran studio scientifico, ma solo un'osservazione della natura”.

“Certo, anche se l'osservazione della natura è un passo in quella direzione. E ricordiamoci che ai tempi di Dante il metodo scientifico non esisteva ancora, anche se questo non significa che erano tutti ignoranti. Allora si pensava che il mondo lo si potesse comprendere con l'intelletto, cioè con ciò che distingue l'uomo dalle bestie. Ma questo riferimento all'eliotropismo era un po' un pretesto per poter arrivare a tre riferimenti scientifici”.

“Ah. Perché proprio tre?”.

“Perché tre è un numero importante, carico di significati, e perché tre sono le donne a cui Dante fa riferimento in questo canto. Tre donne che donano la grazia all'umanità, in parallelo con le tre persone di cui è composta la Trinità. E anche con le tre fiere incontrate nel canto precedente: la lupa, il leone e la lonza. Qui non c'è scienza da raccontare, a dir la verità, ma c'è soltanto un numero. E che numero…”.

“Uh. Chi sono queste tre donne?”.

“C'è Beatrice, naturalmente. Poi ci sono santa Lucia e Maria. Tre portatrici di grazia divina”.

“Qua si entra nella teologia”.

“Eh, sì. Ci sono vari tipi grazia, e le tre donne ne rappresentano uno ciascuna. Beatrice è la grazia operante, santa Lucia la grazia illuminante, e Maria la grazia preveniente”.

“Benissimo. E con questo terzo argomento abbiamo finito?”.

“Sì, ora possiamo entrare per lo cammino alto e silvestro”.