giovedì 11 novembre 2021

Inferno, canto I

“La Divina Commedia?”.

“Già. Sto per imbarcarmi in una impresa titanica”.

“Uh, quale?”.

“Cercare tutti i riferimenti scientifici che fa Dante all'interno della Divina Commedia”.

“Oh, molto bene. Quindi, che cosa hai trovato?”.

“Eh, già nel primo canto dell'Inferno, prima ancora di iniziare tutto, ci sono già dei problemi”.

“Immagino. La tua non è impresa da pigliare a gabbo”.

“Ecco”.

“Cosa hai scoperto?”.

“Questa roba qua:”.

Temp' era dal principio del mattino,
e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle
ch'eran con lui quando l'amor divino
mosse di prima quelle cose belle;

“Di cosa parla?”.

“Dante ci sta dicendo, a modo suo, la data”.

“Il giorno in cui è iniziato tutto? Quando si trovò nella selva oscura?”.

“Esatto. Era l'alba, il sole stava sorgendo, e assieme al sole stavano sorgendo quelle stelle che già erano sorte assieme al sole al momento della creazione del mondo”.

“Un modo un po' arzigogolato per comunicare una data”.

“Già, soprattutto per i problemi scientifici che pone”.

“Ah, sì?”.

“Sì. Qui non c'è scritto, ma siamo nel 1300”.

“Siamo sicuri?”.

“Non siamo sicuri di niente, ma più avanti Dante farà riferimento al Giubileo del 1300, quindi siamo abbastanza sicuri, anche se c'è chi non è d'accordo e propone il 1301”.

“Ma è così importante? In fondo è solo…”.

“Non dirlo. Non è mai solo qualcosa con Dante, c'è sempre qualcos'altro, qualcosa sotto, qualcosa nascosto. E non bisogna trascurare gli aspetti scientifici: non siamo ai giorni nostri in cui molti umanisti si vantano di non sapere la matematica, o la fisica”.

“Ok, non lo dico”.

“Ma non commentiamo tutta la Divina Commedia adesso, non ne sono nemmeno capace. Provo più umilmente a cercare di capire i riferimenti scientifici in questi versi del primo canto dell'Inferno, lasciando agli esperti la visione d'insieme”.

“Ok. Quale scienza abbiamo in questi versi?”.

“La nobile scienza dell'astrologia”.

“Eh?”.

“Astrologia, astronomia, ai tempi non erano molto diverse.”.

“Mh”.

“Insomma, in quei versi Dante ci sta dicendo che il sole sta per sorgere, e fin qua è facile. Assieme al sole stanno sorgendo delle stelle”.

“Se le vediamo, il sole non è ancora alto nel cielo”.

“Esatto, sono le stelle che precedono il sole. Quindi Dante sa che non solo il sole si muove nel cielo, ma lo fanno anche le stelle. Del resto, basta osservare il cielo notturno per accorgersene, non è una gran conoscenza scientifica”.

“E va bene”.

“In questo momento non ci dice quali stelle siano, ma lo dirà più avanti. Qui dice soltanto che le stelle che osserva in quel momento sono le stesse stelle che al momento della creazione hanno preceduto il sorgere del sole per la prima volta”.

“E questo è importante?”.

“Beh, non sono sempre le stesse stelle quelle che sorgono prima del sole: ogni giorno cambiano un pochino, si osserva un movimento delle costellazioni rispetto al sole”.

“Ah, ecco. Quindi se solo Dante ci avesse detto quale costellazione stava sorgendo in quel momento, noi potremmo stabilire il giorno in cui tutto ha avuto inizio”.

“Il fatto è che lo sappiamo: l'universo è stato creato il primo giorno di primavera, quando il sole era nella costellazione dell'Ariete”.

“Come dice anche l'oroscopo”.

“Esatto. Immagina Dante che guarda a oriente, in attesa dell'alba, vede le ultime stelle del cielo notturno, prima che la luce del sole le nasconda”.

“E vede la costellazione dell'Ariete”.

“Eh, no, vede i Pesci. Lo dice anche più avanti esplicitamente”.

“Ma come?”.

“Magari all'inizio della creazione il sole era preceduto dall'Ariete, ma ai tempi di Dante no. Nemmeno ai tempi nostri. Anzi, a maggior ragione oggi non è nell'Ariete”.

“E perché?”.

“Perché esiste un fenomeno fisico che si chiama precessione degli equinozi”.

“Ma figurati se Dante conosceva la precessione degli equinozi. Io l'ho sentita nominare ma non saprei descriverla”.

“Ecco cosa sapeva Dante della precessione degli equinozi: nota che sta parlando del sole, e lo scrive nel Convivio, II, xiv, 11-13”.

E per lo movimento quasi insensibile che fa da occidente in oriente per uno grado in cento anni, significa le cose incorruttibili, le quali ebbero da Dio cominciamento di creazione e non averanno fine.

“Oh. Ed è vero? Un grado ogni cento anni?”.

“Le misurazioni di oggi dicono un grado ogni 71.6 anni: nel medioevo hanno un po' approssimato, ma sono stati bravini”.

“Alla faccia dei secoli bui”.

“Già. Quindi siamo di fronte a un problema: se al momento della creazione il sole è sorto per la prima volta preceduto dalla costellazione dell'Ariete, non è possibile che anche nel 1300 sia successa la stessa cosa. O, meglio, non è possibile che nello stesso giorno del 1300 sia successa la stessa cosa”.

“Quindi come risolviamo questo problema?”.

“Beh, a un certo punto, più avanti, Dante dice che era appena passata la luna piena. Sappiamo che la luna piena di primavera è quella che poi decide la data della Pasqua, e quindi alcuni commentatori hanno pensato che il giorno in cui Dante si perde per la selva oscura non è il primo giorno di primavera, il 25 marzo, ma l'8 aprile, il venerdì santo”.

“Beh, il venerdì santo mi sembra un'ottima data per l'inizio di tutto. E in quel giorno il sole è sorto nei Pesci?”.

“Precisamente”.

“Allora non c'è nemmeno da discutere, no?”.

“Mah, c'è chi non è d'accordo. Per esempio, il Dantedì si celebra il 25 marzo”.

“Ah, addirittura una data ufficiale. Ma poi non si spiega la faccenda del sole in Acquario”.

“La si potrebbe spiegare facendo riferimento a una teoria ormai superata, quella della Trepidazione, secondo la quale la precessione degli equinozi ha un andamento alternato: quindi magari il sole è tornato in Ariete nel 1300”.

“Ma nel 1300 Dante avrebbe potuto dare un'occhiata alla finestra per notare l'errore, no?”.

“Infatti. C'è poi la faccenda di Malacoda, il diavolo che Dante incontra il giorno dopo e che fa riferimento a un terremoto causato dalla morte di Cristo: facendo i conti, si arriva a dire che l'anniversario della morte di Cristo, cioè il venerdì santo, era il giorno precedente a quello dell'incontro col diavolo, cioè il giorno in cui Dante è partito”.

“E quindi si conferma l'ipotesi dell'8 aprile”.

“A meno che non si intenda, come morte di Cristo, l'anniversario storico, cioè il 25 marzo”.

“Ho capito: non se ne esce”.

“No. Non bisogna dimenticare che Malacoda era pure bugiardo. Ma poi c'è anche chi propone date ancora diverse, in modo da fare arrivare Dante in Paradiso proprio il giorno di Pasqua, mentre se si suppone che sia partito di venerdì, il giorno di Pasqua lo vede arrivare in Purgatorio”.

“Beh, non è male arrivare in Purgatorio il giorno di Pasqua, secondo me”.

“Anche secondo me. Comunque sia, se non ci fosse la precessione degli equinozi sarebbe tutto più facile”.

“Ma cos'è, poi, questa precessione?”.

“É un fenomeno che si vede bene giocando con una trottola. Chissà se esistono ancora… Beh, comunque sia, è un fenomeno legato alla conservazione del momento angolare”.

“Ah, beh, chiarissimo”.

“Per niente. Il prof. Lewin, quello che era una star della didattica della fisica prima di andare in disgrazia, lo descrive come uno degli argomenti meno intuitivi della fisica (classica, suppongo, non è che la fisica quantistica sia così cristallina, oserei dire)”.

“In disgrazia?”.

“Sì, una storia triste. Augurandoci che abbia, come Dante, intrapreso un cammino di redenzione, non lo condanniamo alla damnatio memoriae e guardiamo quello che ha fatto come fisico. Questo video, di una sua lezione, ci mostra cosa sia la precessione. Lo faccio partire al momento della dimostrazione pratica, ma confesso che, non appena l'ho trovato, me lo sono guardato tutto dall'inizio alla fine”.


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