Io e mia moglie abbiamo uno strano rapporto col teatro: ci piace sederci davanti, sotto al palco; ci piace vedere gli attori da vicino, ci piace renderci conto del fatto che è tutto vero: loro sono lì, l'opera d'arte è irripetibile, non ci sono effetti speciali, montaggi, trucchi. Ci piacciono gli sputini che fanno quando parlano, per dire come siamo messi. E ci succede una cosa strana: quando, alla fine dello spettacolo, si presentano tutti al pubblico, ringraziano e ricevono gli applausi, bé, noi ci commuoviamo.
Insomma, siamo stati a uno spettacolo teatrale un po' anomalo. Gli attori erano tutti bimbi di quarta elementare, e tra di loro ce n'era uno che, quando è arrivato in prima, non parlava. Dico, non parlava proprio, aveva problemi vari di cui non conosco la diagnosi precisa, ma di cui conosco l'effetto: a scuola aveva (e ha ancora) bisogno della maestra di sostegno.
Bé, in questo spettacolo teatrale la compagnia di quarta elementare ha proposto una libera interpretazione della Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. La trama, a grandi linee, è quella del romanzo, ma al suo interno gli attori hanno inserito le loro storie, le loro esperienze personali. L'hanno attualizzata e personalizzata.
Ebbene, il bimbo che in prima non parlava era anche lui un attore. Impersonava uno dei gatti amici del gatto protagonista, e aveva una parte comica: uno dei suoi amici gatti si mangiava sempre le parole, non sapeva pronunciare termini un po' difficili e allora lui interveniva e, con perfetta dizione, pronunciava il termine in modo corretto. La prima volta siamo rimasti tutti un po' stupiti, mai avremmo pensato che si sarebbe esposto a tanto. Mai l'avevamo sentito parlare davanti a tanta gente. La seconda volta abbiamo sorriso. La terza abbiamo riso di gusto.
E, dunque, se io e mia moglie ci commuoviamo di fronte a attori sconosciuti che ricevono gli applausi del loro pubblico, figuratevi come ci siamo sentiti di fronte a questi attori, alla fine dello spettacolo. Se, poi, aggiungiamo il fatto che tra di loro c'era anche il nostro figlio più piccolo, potete immaginare la scena pietosa.
10 commenti:
Che bello che sei in questo post! O, che bello questo post...
Insomma, per dire che queste cose commuovono anche me.
Tanto che ieri notte ho ripreso in mano "La gabbianella e il gatto..."
Che commuove pure....
g
Bellissima storia. Pensa che qui in Germania i bambini con problemi, ma anche problemi comportamentali, li mandano nelle scuole speciali. E credono pure che questo sistema educativo sia uno dei migliori possibili. Nonostante le numerose critiche degli studi PISA http://it.wikipedia.org/wiki/Programma_per_la_valutazione_internazionale_dell%27allievo
Adesso la mia giornata è più serena. Grazie.
Oh, è tutto merito loro, noi ci siamo messi seduti e ci siamo goduti lo spettacolo...
@dioniso: il sistema scolastico tedesco è davvero strano, eh. Anche la faccenda della scelta della scuola superiore in quarta elementare, mamma mia.
Sì, terribile. In realtà nel nostro stato, il Baden-Württenberg, quella regola sarebbe stata annullata dal primo governo non democristiano della storia locale. Avevo accolto quella notizia con molta soddisfazione, ma recentemente un'amica rumena mi faceva notare che oltre alla legge dovrebbero cambiare le menti dei dirigenti scolastici. Perché, secondo lei, loro se ne fregheranno della legge e in qualche modo ti rifiuteranno il bambino che non ha il profilo da loro auspicato.
Che bella storia!! Speriamo che finisca così anche per il mio fratellino(stesso problema, all'incirca)!
La Germania mi casca giù. e parecchio!
Bigalfry, auguri e coraggio, i bambini hanno poteri a noi sconosciuti.
Ciao Rob, continua a commuoverti assieme alla tua famiglia: il mondo ha bisogno di gente che sappia commuoversi davanti alla bellezza. Specialmente, quando queste persone sono professori.
Ciao professore.
Ti ringrazio per questa storia: anche noi abbiamo una piccola gabbianella che sta imparando a volare...
Ciao
Uh, auguri.
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