lunedì 15 agosto 2011

Longitudine

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Nel 1714 il parlamento inglese offrì una ricompensa di ventimila sterline in oro a chi avesse scoperto come determinare la longitudine di una nave nell'oceano.

Ventimila sterline, all'epoca, erano una cifra astronomica. Il problema della determinazione della longitudine era fondamentale per la navigazione: si trattava, spesso, di questione di vita o di morte. Gran parte della matematica, fino a metà del 1700 circa, è servita a quello scopo.

Sostanzialmente il problema si riduce a stabilire l'ora locale precisa nel punto della superficie terrestre del quale si vuole calcolare la longitudine. E, ai tempi, c'erano due strade per affrontarlo.

Una era data dall'astronomia. Galileo, Cassini, Huygens, Newton, Flamsteed, Halley: queti sono alcuni nomi di chi ha tentato di studiare le leggi dell'astronomia per provare ad applicarle alla determinazione dell'ora. Se la luna si trova in una determinata posizione rispetto alle stelle fisse, oppure rispetto al sole, significa che a Greenwich è una certa ora. Confrontando il risultato con l'ora locale della nave, si riesce a calcolare la distanza tra la posizione della nave e il meridiano fondamentale. E cioè, la longitudine.

Ma è molto difficile mettere in pratica questo metodo: l'ora locale della nave deve essere determinata ogni giorno, perché gli orologi, soprattutto se posizionati su una nave, non sono per niente precisi. E poi non sempre il cielo è visibile e, quando lo è, non sempre lo è la luna. A volte è troppo vicina al sole, altre volte è invisibile: insomma, una nave potrebbe trovarsi in una situazione molto critica se non riesce a stabilire dove si trova per molti giorni consecutivi.

La seconda strada, invece, consisteva nel portare con sé, durante il viaggio, l'ora del meridiano fondamentale. Bastava, insomma, avere a bordo un orologio molto preciso.

La precisione richiesta era molto elevata: l'orologio non doveva sbagliare per più di tre secondi in ventiquattro ore.

Dava Sobel, Longitudine, BUR, 8,90 €, è la storia di John Harrison, orologiaio autodidatta che, con molta fatica e dedicando tutta la sua vita, ha vinto il premio.

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