giovedì 31 luglio 2008

Vienna giorno 10 - The sport where you are the search engine

Si torna a casa.

Ma che fa il saggio campeggiatore, dopo aver smontato la tenda e utilizzato i migliori algoritmi greedy per impacchettare tutto nel bagagliaio, sapendo di avere davanti a sé almeno sette ore di viaggio, senza contare le soste e gli imprevisti?

No, non si sbriga a partire, ma attraversa tutta Vienna per andare a cercare una geocache.

I bimbi vanno matti per questo nuovo tipo di caccia al tesoro, e io, beh, diciamo che non sono contrario al loro entusiasmo...

Avevamo con noi una medaglietta, in termini più rigorosi un geocoin. Si tratta di un oggetto rintracciabile sul sito del geocaching, un oggetto che ha lo scopo di viaggiare da un nascondiglio all'altro. L'avevamo trovato in Italia, in una precedente spedizione, e avevamo letto che il suo scopo era tornare in Danimarca. Quindi dovevamo rimanere qualche ora in più, per cercargli una nuova casa.

Non è stato facile: la cache che avevamo scelto si trova nel Donau Park, e nei pressi della grande croce d'acciaio installata nel 1985 in occasione della visita di Giovanni Paolo II alla città. Ora la croce è recintata, e tutt'intorno si è sviluppata una vegetazione simile a quella della foresta vergine.

Quando arriviamo sotto alla croce, vediamo delle persone all'interno del recinto. Muovendoci disinvolti le aggiriamo, cercando un punto per entrare. Troviamo un modo di passare all'interno di un boschetto, dove il recinto termina perché chi lo ha messo non pensava che qualcuno si potesse addentrare tanto nella vegetazione.

Ci facciamo strada verso la croce, e arriviamo al basamento di cemento, alto circa un metro e mezzo, forse un po' di più. Mio figlio grande si arrampica, si mette ad esplorare la base della croce e trova la scatoletta.



Ma da lassù vede anche che c'è una persona che si sta avvicinando. Dico a tutti di fare silenzio, lo faccio scendere, sono già lì che penso al fatto che dovrò contattare l'ambasciata italiana, chiedere asilo, telefonare agli avvocati, chiamare casa dicendo che sono in carcere, quando arriva una ragazza con un gps al collo che ci saluta.

Anche lei stava cercando la stessa geocache, solo che non riusciva ad arrampicarsi sulla croce. Quando ci ha visti (ma non ci stavamo muovendo in modo disinvolto?) è tornata lì sperando che qualcuno di più agile di lei trovasse la scatoletta.

Le abbiamo lasciato il nostro geocoin (che ora è arrivato vicino ad Amburgo) e finalmente siamo partiti per tornare a casa.

Riassunto breve di tutte le puntate: Vienna non è un gran che.

Tutte le foto sono qui.

Razionalismo scientifico

Non puoi pensare di montare uno stendibiancheria se non hai una completa fiducia nei teoremi della teoria dei nodi.

Vienna giorno 9 - Senti come viene giù



Piove come non era mai piovuto nei giorni scorsi: ci chiudiamo dentro al Leopoldmuseum, la più grande collezione universale di opere di Schiele (ma non c'è solo Schiele, naturalmente).

Dopo aver benedetto quell'aria calda delle stazioni più profonde della metropolitana ce ne torniamo in tenda, accompagnati da un costante sciaf-sciaf prodotto dai nostri piedi.

mercoledì 30 luglio 2008

Pulaster!

Ricordati che usare il trapano nella stanza che hai imbiancato poche ore prima è Male. Pistola!

Vienna giorno 8 - Sempre più in alto

“Non dovevamo andare a casa?”.

“No, dobbiamo ancora vedere il museo della tecnica”.

“Non è che voi potete andarci mentre io vado a vedere quel museo che...”.

“No, mamma!”.

Il Technisches Museum di Vienna non è niente di speciale: se avete visto il Deutsches Museum di Monaco (di Baviera), avete già visto tutto. Se non l'avete visto, andateci.

Divertente fare rotolare la pallina nel modello dell'attrazione gravitazionale, comunque:



E, caso unico in tutta Vienna, il ristorante del museo non ha prezzi proibitivi.

Nel pomeriggio visita alla Karlskirche: gli affreschi sulla cupola sono stati da poco restaurati e all'interno della chiesa hanno lasciato le impalcature. Un ascensore trasporta i visitatori a una piattaforma (non proprio stabilissima, i tubi d'acciaio sono un po' flessibili) che arriva a livello della base della cupola, poi si prosegue a piedi lungo una scalinata che sale fino ad entrare nella lanterna: bellissimo. Non ci sono molte occasioni di vedere da vicino gli affreschi di una cupola, e quel sottile terrore che ti accompagna durante la traballante salita ti fa pensare a quando, lì, c'era il pittore che lavorava a testa in su...



Infine, passaggio per la stazione Jugendstil della metropolitana di Karlsplatz. Notare il colore del cielo nella foto, di lì a poco pioggia torrenziale:



Nota di colore: i controllori della metropolitana sono spettacolari. Salgono due personaggi un po' trasandati, pantaloni e giubbotto di jeans, barba di qualche giorno. Attendono che le porte si chiudano e che la metro parta, poi si slacciano il giubbotto e, mostrando il cartellino d'identificazione, dicono: “Buonasera, signori. Stiamo controllando i biglietti, potete mostrarceli?”.

Sul nostro vagone ne hanno beccata una senza, l'hanno fatta scendere e multata.

“Allora domani si parte, mamma?”.

“Beh, no, c'è ancora il Leopoldmuseum da vedere. Siamo rimasti oggi, rimaniamo anche domani”.

martedì 29 luglio 2008

Vienna giorno 7 - Giochi matematici

Schönbrunn è grande. Ed è una discreta macchina per turisti. Ci sono varie tariffe d'ingresso, a seconda di quello che si vuole vedere; noi avevamo deciso per la più bassa, ma il biglietto famiglia tutto compreso costava meno di cinque biglietti singoli a tariffa minima, e allora ci siamo adeguati e siamo rimasti tutto il giorno. Nel tutto compreso c'è di tutto, anche la scuola di strudel con assaggio, per dire.



Oltre alla visita del palazzo, il nostro biglietto ci ha permesso di entrare in un parco giochi, contenente due labirinti di siepi (Irrgarten). Nel cercare la via d'uscita ci si poteva anche imbattere in un labirinto matematico:



Non si vede tanto bene, quindi riporto lo schema qua sotto:


+2 -2 +4 -1 +3
-3 +3 -1 +3 -2
+1 -2 0 -2 +3
-3 +2 -3 +2 -4
+4 -2 +1 -3 +2


Erano proposti due quesiti. Il primo: partendo dal +1 al centro della riga in basso, ci si può muovere a destra, a sinistra, in alto o in basso di tante caselle quanto è il numero indicato nella casella su cui ci si trova (non tenete conto dei segni). Si può arrivare alla casella centrale? Per esempio: dal +1 iniziale si può andare al -2 che si trova alla sua sinistra, e da lì al -2 che si trova a due spazi di distanza verso l'alto. Io aggiungo un'altra domanda: è possibile raggiungere lo zero centrale partendo da qualunque casella?

Il secondo quesito invece chiedeva questo: utilizzando le stesse regole di prima, accumulate i valori che man mano incontrate (e quindi tenete conto del segno: se partite da +1 e andate a sinistra a -2 il totale che avete accumulato finora è -1); riuscite ad arrivare a zero? A dir la verità non ho capito bene se bisogna arrivare a zero sia accumulando che terminando sulla casella centrale, oppure se basta solo accumulare fino ad ottenere zero (in questo secondo caso è facile, il primo invece non ho provato a risolverlo).

Se volete provare anche voi...

Nota di colore: quelli che noi chiamiamo würstel qua si chiamano Frankfurter (ci sono anche altri tipi di würstel, compresi quelli ripieni di formaggio che sono stati molto graditi dal resto della famiglia — il mio salutismo mi ha impedito di avvicinarli), mentre in tutto il resto del mondo parlante la lingua tedesca si chiamano Wiener.

lunedì 28 luglio 2008

Vienna giorno 6 - Animali

In mattinata visita alla Minoritenkirche, frequentata da italiani. L'esterno è un bel gotico



mentre l'interno contiene una copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci, commissionata da Napoleone



(non sembra, ma è un mosaico composto da tessere minuscole e lucide).

Il pomeriggio è trascorso tutto all'interno del Naturhistorischesmuseum, museo di storia naturale che contiene un'infinità di animali impagliati. Un po' triste, ma per fortuna c'era qualche sezione aurea a rallegrare l'ambiente:



Il pezzo più importante, la Venere di Willendorf, non era visibile perché la sala che lo contiene era in allestimento, peccato.

Nota di colore: la stazione della metropolitana sotto a Karlsplatz contiene uno strano allestimento. Una serie di pannelli a led mostra un insieme di dati del tutto eterogenei, e continuamente aggiornati: in uno si può leggere il numero di anni che devono trascorrere prima che del disastro di Chernobyl non rimanga alcuna traccia (questo pannello era, in effetti, statico, e le cifre indicavano decine o forse centinaia di migliaia di anni, non ricordo bene), in un altro la popolazione mondiale, e poi il numero di bambini nati a Vienna nell'anno corrente, i morti provocati dalle mine antiuomo, e così via. In ultimo c'era pi greco...



Le cifre proseguono verso destra per una decina di pannelli come questo, e alla fine si trova un display che ne calcola in continuazione.

Robin Hood

Anche io ci ho giocato tantissimo da bambino...

Vienna giorno 5 - Schiele

Egon Schiele è stato uno dei più famosi pittori austriaci del ventesimo secolo. Espressionista, secessionista, tormentato, pessimista. Trova un po' di pace nel 1914, quando sposa Edith Harms. Nell'ottobre del 1918 lei è incinta di sei mesi, e lui dipinge un quadro in cui raffigura la futura famiglia:



Il 28 ottobre Edith muore di influenza spagnola. Tre giorni dopo muore anche lui. Durante quei tre giorni Schiele disegna qualche ritratto di sua moglie — non ho capito bene se anche questo quadro è stato fatto in quel breve periodo, wikipedia non lo dice. Comunque sia, dopo aver ascoltato mia moglie raccontare questa storia mi si è annodato lo stomaco. E mia moglie ha cominciato a sgridarmi perché tiravo su col naso.

L'opera si trova all'Oberes Belvedere:



e da lì siamo poi andati alla Secessione, questa volta in tempo per poter entrare e vedere gli affreschi di Klimt.

Infine, approfittando di un pochino di sole, siamo stati a passeggiare (o a correre, a seconda dell'età) nei dintorni della Rathaus,



fino alla Votivkirche:



E quindi uscimmo a riveder le stelle.

domenica 27 luglio 2008

Vienna giorno 4 - Stili

Visita al Kunsthistorischesmuseum: arte in abbondanza. Poi entrata veloce nella Augustinerkirche, ad ammirare Canova. Eccolo qua:



Infine giro senza meta in tram, per stare seduti e vedere un po' di mondo, con puntata finale alla Secessione — ma solo da fuori, perché la Secessione va presa a piccole dosi (e anche perché sta chiudendo).



Nota di colore: “Mamma, ma che cos'è il corococò?”.

sabato 26 luglio 2008

Grande Concorso Senza Premi - 2

Ecco un testo leggermente più difficile, anche se gli spazi bianchi aiutano molto (prossimamente spariranno...).

UOPO FWJYNSE KGOIHN HOIHN OIH GP MNLXWPN MWG RWZZWLWSO
ROS MJOLOROPHO FWJYNSE MOJLXO PNP XE IOYPW RW
WPHOJMGPAWNPO O EPLXO MOJLXO SE INIHWHGAWNPO ROSSO
SOHHOJO PNP IOYGO MWG GPE JOYNSE MGPHN IWEQN E GP
SWFOSSN SOYYOJQOPHO MWG LNQMSWLEHN JWIMOHHN ESS
EPORRNHN LWZJEHN ROSSE IOHHWQEPE OPWYQWIHWLE MGPHN
GPE IOQMSWLO EPESWIW ROSSO ZJOKGOPAO JNQMO KGOIHN HWMN
RW LNRWLO MGPHN REW GPE NLLXWEHE ESSE FNLO RW
DWTWMORWE OHENWP IXJRSG FWJYNSE MOJ OIOQMWN MGPHN MOJ
RWQNIHJEJO RW EFOJ JWINSHN KGOIHN LJWHHNYJEQQE
NJRWPE SO SOHHOJO ROS PNQO LNP LGW HW ZWJQW IOLNPRN
SN NJRWPO REHN RE OHENWPIXJRSG MEJOPHOIW EMOJHE SO
SOHHOJO PNP LNQMJOIO WP KGOIHE IHJWPYE SEILWESO MOJ
GSHWQO IOLNPRN WS SNJN NJRWPO PEHGJESO MEJOPHOIW LXWGIE
MGPHN IO PNP XEW LEMWHN FWJYNSE SE MEJNSE MJNZOIINJO
RWFOPHE OONNIIJJZM MGPHN

Vienna giorno 3 - Igiene pubblica



Visite a luoghi classici di Vienna: il duomo (che si chiama Stephansdom), Hofburg (nel quale si viene a sapere che la principessa Sissi veniva chiamata Sisi ed era una fanatica della linea, nonché un soggetto piuttosto antipatico), la Peterskirche (all'interno della quale ho sperimentato la fotografia con la tecnica high dynamic range, che potete vedere qua sopra), la Kapuzinerchirche e la fontana della provvidenza (detta Donnerbrunner, la cui acqua mostra delle perfette traiettorie a parabola).

Seconda nota di colore: intorno a Hofburg girano un sacco di calesse; il figlio piccolo osserva che tutti i cavalli sono dotati di comodi raccoglicacca posteriori, per non imbrattare le strade.

Vienna giorno 2 - Casa

“Uh, che caldo, troviamo un posto all'ombra”.

“Mh, troppo all'ombra non va bene, in questi posti c'è freddo”.

“Ma no, ma no, siamo in estate. L'ombra è necessaria, altrimenti di giorno non si resiste”.

“Ma se di giorno saremo in giro! Un po' di caldo farà bene, asciuga dall'umidità”.

“Ma troppo caldo no, poi si muore. Andiamo qua, sotto questo bell'albero”.

“Vabbè”.

Tre giorni dopo questo dialogo sono uscito dalla tenda con maglietta, pile, tuta, giacca impermeabile.

venerdì 25 luglio 2008

Vienna giorno 1 - Si comincia

Pensare di montare una tenda dopo otto ore di viaggio in macchina è folle, per questo il primo giorno di vacanza a Vienna non è stato trascorso a Vienna...

Ci siamo fermati a dare un'occhiata a Villa Manin, a Codroipo.



Poco più di un mese fa, di fronte a un pubblico seduto su questo prato, Mark Knopfler ha tenuto un concerto al quale mi sarebbe piaciuto partecipare.

Ripartiti, ci siamo fermati al Bed & Breakfast Ai tre confini, vicino a Tarvisio.

Prima nota di colore: i proprietari ci hanno consigliato di provare una specialità locale, polenta e frico. Ottima, ma non mangiatela prima di fare esami del sangue...

(Le foto pian piano rimpingueranno questo album, che ha anche il feed rss)

giovedì 24 luglio 2008

Austriaci

È bello sapere che nel mondo esistono persone che utilizzano la corsia di sorpasso per sorpassare.

domenica 13 luglio 2008

Grande Concorso Senza Premi - 1

Tra un paio di giorni qua si parte per Vienna. Ma, per non lasciarvi soli in spiaggia coi soliti sudoku, ecco qualcosa di più divertente (mah) da risolvere:

GSQTPMQIRXM, LEM VMWSPXS UYIPPS GLI ZMIRI GLMEQEXS
(WXERHS E UYERXS HMGI WZIXSRMS) GMJVEVMS HM GIWEVI:
MR IWWS SKRM PIXXIVE HIP XIWXS MR GLMEVS ZMIRI
WSWXMXYMXE HE UYIPPE GLI, RIPP'EPJEFIXS, PE WIKYI
HM UYEXXVS TSWMDMSRM. TIV HMQSWXVEVI MP JEXXS
GLI XY WIM VMYWGMXS E HIGVMXXEVI UYIWXS XIWXS,
WIRDE VSZMREVI MP HMZIVXMQIRXS EKPM EPXVM, TYSM
HMGLMEVEVI MR YR GSQQIRXS GLI PE VMWTSWXE I' PE
MRMDMEPI HIP RSQI GSR GYM XM JMVQM, GSHMJMGEXE
WIGSRHS UYIWXS GSHMGI. RSR XIQIVI, MR JYXYVS GM
WEVERRS GSHMGM TMY' GSQTPMGEXM.


(Magari quando torno ne posto uno un pochino più difficile, via.)

lunedì 7 luglio 2008

Geocaching

Portare i bimbi in giro per i boschi per concludere una moderna caccia al tesoro fa tornare bambini (non che io abbia bisogno di trovare occasioni di tornare bambino, eh).

venerdì 4 luglio 2008

L'arte del Commissario -esterno-

L'essere uscita indenne dall'ennesimo esame di stato mi ha reso degna di un premio: l'invito a partecipare a questo spazio, regno incontrastato del proooof (naturalmente è stata una sua idea, tutta, tutta sua, io non ci pensavo nemmeno ;--).

Non mi dilungherò a spiegare l'esperienza perché, nonostante abbia già partecipato a molti esami, continuo a stupirmi sempre di quanto "locale" — direi professorale — sia la scuola statale, regno assoluto dell'ignoranza della legge e delle norme vigenti nonché paradiso del "personalissimo e mutevole-a-piacimento-buonsenso".

Sicuramente è colpa mia.

Del resto se qualcuno mi nomina commissario è chiaro che mi monto la testa!
Però non mi sento bene nell'uniforme del commissario: prima di tutto perché è un nome maschile, e già mi indispettisco, poi l'uniforme mi uniforma e fa a pugni con la disciplina delle arti visive che immeritatamente, ma orgogliosamente, rappresento.

Mi sto perdendo... ma il mio invito era finalizzato a regalarvi le più prelibate porzioni sull'abbondante e gustosa produzione dei candidati, che sono candidi, poverini, per definizione!

Dal tema su Montale:

"...Montale scriveva del male di vivere e della verità perduta.
Un esempio lampante lo troviamo nel titolo di una sua raccolta : OSSI DI SEPPIA.
La seppia è un pesce e come tale è formato da cartilagine, non da osso, ma tutti lo chiamano osso senza porsi il problema.
La verità assoluta le conseguenze e i dubbi vengono così sgretolati dall'autore..."

La parte di colloquio d'esame Storia dell'arte (ci tengo a precisare: altro candidato)
Prof.: Riconosci quel quadro (Les demoiselles d'Avignon)?
Candidata: ... no
Prof.: Sai cos'è il cubismo?
Candidata: L'ho sentito...
Prof.: Hai mai visto questo foglio (appunti del loro prof di storia dell'arte sul cubismo)?
Candidata: Sì, ma non l'ho letto!
Prof.: Se ti dico Picasso... (ammiccante)?
Candidata: L'ho sentito!
Prof.: Cambiamo argomento. Di chi è questo quadro?
Candidata: ... è impressionista... è di M...
Prof. (sudata): attenta bene.
Candidata:- ... Monet, no... Manet ... Monet ... non lo so ... comunque è "la colazione sull'erba"!
Prof: Bravissima! Ma, senti, questo dipinto è più conosciuto col nome in francese, visto che lo sai così bene (ha appena parlato per 10 minuti con la prof di francese, il mio sospetto è che abbia imparato tutto a memoria...) dillo in francese.
Candidata: Ok. La colazion sur l'herbe.
La commissione si guarda sconvolta.
Chiedo di cosa vuole parlare e lei indica un quadro di Turner.
Prof. (con un sorriso un po' forzato): Bene. Parlami di questo dipinto: come si chiama?
Candidata: ... (pensa) forse... l'incendio al parlamento, no, no è la camera dei lord?
Prof.: Vai avanti, non fermiamoci su questi dettagli (la candidata non coglie l'ironia). Chi l'ha dipinto?
Candidata: ... però ci sono colori accesi (NDC: in effetti!!) e colori scuri, c'è lo sfumato.
Prof. (ormai ad un passo dall'incazzatura): Bene! ora che abbiamo definito che Turner non faceva il fornaio ma il pittore cos'altro possiamo dire?
Candidata: ... Muta

Altro colloquio.
La prima parte, su un argomento scelto dalla candidata, è stata disastrosa, allora scelgo una domanda facilissima.
Prof (mostra un quadro cubista con tanto di collages): riconosci questa opera?
candidata: ...
prof: Ma dai, è facile! Questo è il tuo album di immagini, vedi? Dimmi a quale movimento appartiene?
candidata: ...
prof.: Guarda bene è tra i primi movimenti del Novecento, dai.. e del Cu... Cu... Cu... (ciao Dignità, ci vediamo fuori da scuola)
candidata: ... Colbert?... era un pittore vero?
Prof. (allibita, si rende conto che avrebbe preferito che la candidata avesse dato una dimostrazione d'irriverenza futurista e avesse detto CULO!) No, è un importante uomo di governo del Re Sole. Siamo nel '600, fa parte del programma di storia dello scorso anno e non avrei potuto chiedertelo per diverse ragioni... poi mi balena un dubbio angosciante e, presa dal vortice dell'emozione, forse ingannata dal surreale che si faceva largo sulla ragione, oso insinuare: ma volevi forse dire Courbet?
candidata: Sì Courbet! È di Courbet!
Prof. (stremata): no, non è un dipinto realista.

Altri colloqui sono stati meno originali e più conformi allo svolgimento del programma, più scolastici insomma!
Adesso, dopo aver smesso i panni di commissario esterno, lascio anche quelli di blogger al legittimo creatore di questo luogo numerico. Felice di averlo un po' imbrattato.

Me ne pentirò

Ho appena dato a mia moglie la possibilità di inserire post qui.

Senza censura preventiva, intendo.

martedì 1 luglio 2008

E con questo, la discussione è chiusa

Chi non è all'altezza della matematica non è pienamente umano. Al massimo è un tollerabile subumano che ha imparato a mettersi le scarpe, a lavarsi, e a non fare disordine in casa.
Robert A. Heinlein (1907-1988), Time Enough for Love

(Trovata su Base Cinque.)