“Non dovevamo andare a casa?”.
“No, dobbiamo ancora vedere il museo della tecnica”.
“Non è che voi potete andarci mentre io vado a vedere quel museo che...”.
“No, mamma!”.
Il Technisches Museum di Vienna non è niente di speciale: se avete visto il Deutsches Museum di Monaco (di Baviera), avete già visto tutto. Se non l'avete visto, andateci.
Divertente fare rotolare la pallina nel modello dell'attrazione gravitazionale, comunque:
E, caso unico in tutta Vienna, il ristorante del museo non ha prezzi proibitivi.
Nel pomeriggio visita alla Karlskirche: gli affreschi sulla cupola sono stati da poco restaurati e all'interno della chiesa hanno lasciato le impalcature. Un ascensore trasporta i visitatori a una piattaforma (non proprio stabilissima, i tubi d'acciaio sono un po' flessibili) che arriva a livello della base della cupola, poi si prosegue a piedi lungo una scalinata che sale fino ad entrare nella lanterna: bellissimo. Non ci sono molte occasioni di vedere da vicino gli affreschi di una cupola, e quel sottile terrore che ti accompagna durante la traballante salita ti fa pensare a quando, lì, c'era il pittore che lavorava a testa in su...
Infine, passaggio per la stazione Jugendstil della metropolitana di Karlsplatz. Notare il colore del cielo nella foto, di lì a poco pioggia torrenziale:
Nota di colore: i controllori della metropolitana sono spettacolari. Salgono due personaggi un po' trasandati, pantaloni e giubbotto di jeans, barba di qualche giorno. Attendono che le porte si chiudano e che la metro parta, poi si slacciano il giubbotto e, mostrando il cartellino d'identificazione, dicono: “Buonasera, signori. Stiamo controllando i biglietti, potete mostrarceli?”.
Sul nostro vagone ne hanno beccata una senza, l'hanno fatta scendere e multata.
“Allora domani si parte, mamma?”.
“Beh, no, c'è ancora il Leopoldmuseum da vedere. Siamo rimasti oggi, rimaniamo anche domani”.
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