domenica 19 agosto 2012

La scossa

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Leonardo ha scritto un libro in formato digitale sul terremoto in Emilia. Costa 3 euro, e tutti i diritti d'autore verranno devoluti alla ricostruzione del comune di Cavezzo.

È un libro che si legge volentieri, perché è scritto bene, e racconta della serie di terremoti che hanno colpito l'Emilia a partire dal 20 maggio 2012 (anche qualche mese prima, in realtà). Ma non racconta solo dei terremoti: parla anche del desiderio che hanno gli uomini di trovare un colpevole, parla del concetto di emilianità, del razzismo, dei politici e della prevenzione. E di Cavezzo.

Leggetelo, perché le cose che fanno ragionare sono belle.


sabato 18 agosto 2012

Tennis, tv, trigonometria, tornado

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Tennis, tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più), di David Foster Wallace, Minimum Fax, 10.63€ in formato cartaceo, 8.90€ in formato elettronico, è il terzo libro che leggo di DFW.

Si tratta di una raccolta di saggi di argomenti diversi e slegati tra loro, che quindi commento separatamente.

Tennis, trigonometria e tornado racconta di quando l'autore faceva il tennista, da ragazzino, in Illinois, terra di grandi pianure e di tornado. Ogni tanto ci sono termini matematici infilati a caso (come in «...dove n è una funzione iperbolica limitata dal seno della bravura dell'avversario e dal coseno del numero di colpi scambiati fino a qual momento (approssimativamente)»), ma è molto piacevole da leggere.

E Unibus Pluram: Gli scrittori americani e la televisione. Ecco, questo non l'ho letto tutto: parla di programmi televisivi americani che io non ho mai visto, e fa riferimenti a saggi di autori americani che io non ho mai letto, e quindi per comprendere quello che stavo leggendo avrei dovuto studiare un po' di cultura pop americana. Ho deciso di soprassedere.

Invadenti evasioni è il resoconto di una visita, durata più giorni, alla Fiera Statale dell'Illinois. Una delle parti più belle del libro, con maiali, giovenche, majorette e cibi di tutti i tipi fritti.

Che esagerazione è un articoletto di 9 pagine che comincia così: «Negli anni '60 sono arrivati i metacritici poststrutturalisti, hanno capovolto gli assunti dell'estetica letteraria, quegli assunti che i suoi maestri avevano considerato come autoevidenti e, fondendo teorie del discorso creativo e posizioni metafisiche radicali, hanno reso l'interpretazione dei testi molto più complicata». Non avendo capito assolutamente nulla di questo primo periodo, ho saltato le 9 pagine seguenti e sono andato oltre. Credo che si parli di critica letteraria, ma non ne sono del tutto sicuro.

David Lynch non perde la testa racconta di una visita di David Foster Wallace al set del film Strade perdute. Ed è anche una lunga analisi delle opere di Lynch, molto bella e approfondita. Di David Lynch io ho visto soltanto Twin Peaks (e la mia malata sindrome da continuity mi ha costretto a vedere entrambe le serie, fino alla fine), e ho deciso che non avrei visto più nulla. Questo saggio mi ha spiegato il perché.

L'abilità professionistica del tennista Michal Joyce come paradigma di una serie di cose tipo la scelta, la libertà, i limiti, la gioia, l'assurdità e la completezza dell'essere umano è il saggio finale, che ci porta all'interno di un torneo di tennis. Scritto bene, come al solito, si legge molto volentieri; le descrizioni dei tennisti, degli scambi, delle partite sono così realistiche che non ti fanno rimpiangere il fatto che, effettivamente, non sei là anche tu.


Insomma, mi è piaciuto.

mercoledì 15 agosto 2012

La classifica definitiva

«Che poi, non esistono soltanto gli ordinamenti totali, eh».

«Ma cosa dici?».

«La gente vuole mettere tutto in ordine e trovare per forza un primo, un secondo, e così via. Non è mica sempre possibile».

«Che cosa stai dicendo?».

«Cbi l'ha deciso che dieci medaglie d'argento valgono meno di una d'oro?».

«Ah, ricominciamo con quella faccenda delle olimpiadi? [1,2,3]».

«Sì, questa mania di ordinare tutto… che criterio bisogna usare?».

«Si potrebbe dare un punteggio alle varie medaglie e poi sommare tutti i punti…».

«Ah, certo, ma che punteggio? Hai un'infinità di scelte».

«Eh, son problemi».

«Perché, vedi, immagina di avere una macchina con tre manopole».

«Ossignore».

«Ogni manopola regola il valore che decidiamo di attribuire a ogni tipo di medaglia: una manopola per le medaglie d'oro, una per quelle d'argento e la terza per quelle di bronzo».

«E noi, regolando le manopole, attribuiamo i valori?».

«Esatto, da 1 a infinito».

«Eh? In che senso?».

«Supponi di regolare tutte e tre le manopole a 1: questo significa che le medaglie hanno tutte lo stesso valore. In pratica stili una classifica basata solo sul numero di medaglie guadagnate».

«Eh, ma non va mica bene».

«Se non ti piace, decidi tu che valori utilizzare. Per esempio, sul sito ufficiale delle olimpiadi le squadre vengono ordinate in base al numero di medaglie d'oro, in caso di parità vengono considerate le medaglie d'argento, e in caso di ulteriore parità quelle di bronzo».

«Quindi non viene assegnato un valore numerico ad ogni medaglia, no?».

«Bé, non un numero reale, ma in realtà puoi pensarla in questo modo: alle medaglie di bronzo assegni valore 1, a quelle di argento un valore infinito…».

«Infinito?».

«Eh, sì, questo significa che una medaglia d'argento batte qualunque numero di medaglie di bronzo. Un Vero Matematico direbbe che in questo caso non vale più la proprietà archimedea».

«Brr».

«E alle medaglie d'oro assegni un infinito di ordine superiore a quello assegnato alle medaglie d'argento».

«Eh?».

«Un infinito che rimane infinito anche se rapportato al valore delle medaglie d'argento. In questo modo una medaglia d'oro batte qualunque numero di medaglie d'argento (e quindi di bronzo)».

«Interessante, ma forse anche questo non è tanto giusto. Una squadra che ha vinto una sola medaglia d'oro è meglio di un'altra squadra che ha vinto dieci medaglie d'argento?».

«Eh, lo so, non si troverà mai una regolazione delle manopole soddisfacente».

«E allora come facciamo? Rinunciamo a fare classifiche?».

«Possiamo rinunciare a un ordinamento totale, ma esistono anche gli ordinamenti parziali, eh».

«Cioè?».

«Supponiamo di avere due squadre. Se la prima ha un numero di medaglie d'oro minore o uguale a quello della seconda, un numero di medaglie d'argento minore o uguale a quello della seconda, e anche un numero di medaglie di bronzo minore o uguale a quello della seconda, sei d'accordo sul fatto che essa debba trovarsi in una posizione più bassa in classifica rispetto alla seconda?».

«Sì, certo».

«A meno che, naturalmente, l'uguaglianza non valga in tutti e tre i casi».

«Giusto: in quel caso le due squadre hanno lo stesso numero di medaglie, dovrebbero trovarsi nella stessa posizione».

«Perfetto: questo criterio ci permette di stabilire un ordinamento, che però non è totale».

«Cosa significa?».

«Significa che valgono le proprietà a cui siamo abituati (per esempio, se una squadra A si trova al di sotto di una squadra B, e la squadra B si trova al di sotto di C, allora anche A si trova al di sotto di C), ma non tutte le squadre sono confrontabili tra loro».

«Vero, se una squadra ha una sola medaglia d'oro e una seconda squadra ha una sola medaglia di bronzo, non sapremmo come ordinarle. Anche se io direi che la prima squadra dovrebbe trovarsi al di sopra della seconda».

«Ma perché stai automaticamente assegnando un valore diverso ai due tipi di medaglie. Nella classifica basata soltanto sulla somma delle medaglie (quando cioè le tre manopole della macchina si trovano tutte sul numero 1), le due squadre sarebbero allo stesso posto».

«Ok, giusto».

«Quindi noi possiamo immaginare una struttura complicata che collega le varie squadre che hanno partecipato alle olimpiadi: una struttura che mostra un certo ordine, anche se non mette in fila una per una le varie squadre. Una struttura articolata, composta da diverse connessioni, che collassa in una struttura semplice e lineare ogni volta che tu regoli le manopole della macchinetta».

«Bello».

«Le varie strutture semplici e lineari che ottieni non sono sempre uguali. A seconda di come regoli le manopole, potrai avere classifiche diverse. La struttura che sta al di sotto, però, quella che regola tutto, e che è solo un ordinamento parziale, quella non varia».

«Mi piacerebbe vederla, questa struttura».

«Eccola qua:».

(se clicchi si ingrandisce)