Una volta i ggiovani inserivano, in ogni frase, due o tre cioè. Poi si sono evoluti, e i cioè sono diventati dei ciè pronunciati sempre più velocemente. Ultimamente si sente spesso dire cè. E tu pensi, vabbè, dai, hanno capito che dire sempre cioè non serve a niente, ora cominciano a pronunciarlo sempre più in fretta, tra poco sparirà dalla lingua parlata: in fondo sei contento.
È quando vedi che scrivono c'è che capisci che qualcosa non va.
9 commenti:
In fondo "c'è" può essere visto sia come l'abbreviazione di "ci è" che come quella di "cioè", in cui l'apostrofo indica l'elisione delle lettere "io". Il fatto che non abbia senso usarlo nella lingua scritta, dove sarebbe in teoria possibile fermarsi a pensare a quello che si vuole scrivere, è un altro paio di maniche.
Mi rifiuto di pensare che in c'è ci sia l'elisione delle lettere io :-)
(Ma nella lingua italiana si può mettere un apostrofo in mezzo a una parola?)
Una frase che sento dire spesso (non solo dai giovani) suona così: "Io non c'entro niente..." - (e fin qui...) - "... e non voglio centrarci niente".
In realtà ho barato: il "c'entro" loro lo scriverebbero "centro", come il successivo "centrarci", facendo collassare il verbo "entrare" nell'altor verbo, neppure parente, "centrare".
Tutto questo per dire che no, non mi interrogherei troppo sulla natura degli accenti e sulla meccanica delle elisioni...
E tanti saluti alla lingua italiana...
Onestamente non so se si può mettere l'apostrofo nel mezzo di una parola. L'ho scritto senza controllare :)
Su Wikipedia nella pagina dell'apocope (troncamento) ho trovato "te'" al posto di "t(i)eni".
In ogni caso non sono molto preoccupato dai ragazzini che scrivono male, la lingua italiana è in continuo mutamento e questo non è un fattore sempre negativo: o dovremmo ancora scrivere "la libertade di espressione".
Qui da noi il “cioè” è completamente scomparso. Sostituito da “tipo”.
Tipo lo dicono anche qua, che disastro...
robbi...c'è...ma che dicorsi..ma poi tipo..chissà come parlavate voi da ggggiovani!^^
Noi dicevamo: "ehi, ràgaz". :-)
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