Quando la situazione si fa intollerabile io apro la porta, li guardo, loro guardano me, io chiedo di fare piano, loro si scusano e si spostano in zone più fredde. Ultimamente si sono creati degli automatismi, cioè io apro la porta, li guardo, sorrido, loro sorridono e se ne vanno, senza scambio di parole. Ormai ci conosciamo, anche se non sono miei studenti: quando passo vicino alla loro aula ci salutiamo, ridiamo, cose così.
Oggi, nel tentativo di automatizzare ancora di più le procedure del lunedì mattina, ho appeso un cartello alla porta. Eccolo qua:
Caro studente di 2ªE,
che riposi le tue stanche membra
al calduccio del termosifone
di fronte a questa aula,
ricorda che dietro a questa porta
c’è un povero insegnante di matematica
che sta cercando di fare lezione.
Abbi pietà di lui, dunque,
e accogli il suo appello:
parla sottovoce.Un povero insegnante di matematica
Ebbene, questa mattina non è volata una mosca. Dalla porta è filtrata solo qualche piccola risata, assolutamente tollerabile.
5 commenti:
NOoooooooOoOOo
me la sono persa
NoOOOOooOOO
Forse c'è ancora...
secondo me per tenere a bada i ragazzi basta lasciargli dei regali, tipo: delle belle biro, invece che essere tirchi.
Ladra! Domani ti interrogo.
c'è anche chi ha attaccato la rispostA.. MA LA VIKINGA L'HA "CIBATA"
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