mercoledì 27 febbraio 2008

Ermeneutica della metafora dello scalatore

Non bisogna stupirsi mai di nulla: loro ascoltano.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto un pochino di retorica, eh. Ma proprio un pelino. :)

zar ha detto...

Ciò che è retorica per un vecchio potrebbe essere entusiasmo per un giovane...

Ronkas ha detto...

Già, matematica e filosofia, un connubbio tanto insolito quanto un giovane che "perda tempo" a parlarne.

Che strano mondo.

zar ha detto...

Matematica e filosofia sono più vicine di quanto tu pensi. Per dirne una, Cantor identificava l'infinito assoluto con Dio.

Maurizio ha detto...

Anche quel genio di Cantor ha preso talvolta una CANTOnata.

zar ha detto...

Infatti, più che nell'infinito, io lo vedrei nella distribuzione dei numeri primi.

Certo che anche la classe di tutte le classi non è male.

Maurizio ha detto...

ci vedo meglio Riemann.

Anonimo ha detto...

Continuo a pensarle molto distanti.
Sicuramente non è un rapporto così bilanciato e biunivoco: si può far filosofia sulla matematica, ma riuscire a fare il contrario è tutt'un'altra cosa.

zar ha detto...

Prova a dare un'occhiata qui, per avere un'idea di cosa si possa fare...

(Poi, comunque, rimane vero il fatto che si possa fare filosofia su tutto, come dice la barzelletta sui filosofi :-) )

(La barzelletta dice questo:

un fisico sperimentale è lo scienziato più costoso. Ha bisogno di costosi laboratori, strumenti, acceleratori di particelle, cose così.

Un fisico teorico, invece, ha bisogno soltanto di un terminale collegato a un supercalcolatore in qualche parte del mondo, carta, penna, cestino.

Un matematico, poi, ha bisogno soltanto di carta, penna, cestino.

Coi filosofi si può risparmiare il costo del cestino.)

(Mi perdonino i filosofi :-) )

Anonimo ha detto...

Però, niente male il link.
E nemmeno la barza.

Maurizio ha detto...

Sofismi.