mercoledì 1 febbraio 2012

Inter gravissimas — parte 3


«Nel 1582, papa Gregorio XIII pubblicò la bolla Inter Gravissimas. Senti qua:».

E mentre noi stessi, forti dell'autorità che a noi, benché indegni, è stata data da Dio, ci occupavamo di questa preoccupazione [si riferisce al problema di mantenere intatti gli antichi riti ecclesiastici, pur modificando il calendario], dal caro figlio Antonio Giglio, professore di scienza e medicina, ci è stato dato il libro che il suo defunto fratello Luigi aveva scritto, in cui, per mezzo del ciclo d'epatta da lui inventato, e in relazione diretta col numero d'oro, e adattato alla durata di qualunque anno solare, ha mostrato che tutti i difetti del calendario possono essere corretti con un rapporto costante valido per tutti i secoli, in modo che il calendario non sia soggetto a nessun altro cambiamento nel futuro.

«E chi è questo Antonio Giglio?».

«Uno strano soggetto che forse ha inventato l'esistenza del fratello Luigi, di cui si sa molto poco. Ma anche un matematico, che ha lavorato al problema del calendario, e che è stato consultato da papa Gregorio per ottenere un calendario perpetuo».

«E ci è riuscito?».

«Bé, il calendario gregoriano è quello che usiamo ancor oggi, no?».

«Ed è tutta opera sua?».

«Anche, ma soprattutto del fratello Luigi. Lui ha solo portato a termine ciò che aveva fatto Luigi, che nel 1582 era già morto. In realtà, per risolvere il problema del calendario, fu nominata una commissione composta da otto persone. Fra queste, c'era anche Cristoforo Clavio (Cristoph Clau in origine (probabilmente)), il sacerdote matematico tedesco che suggerì di passare dal 4 ottobre 1582 direttamente al 15, per riallineare il calendario con la realtà».

«Che roba».

«La riforma più grossa, comunque, riguardò proprio il calcolo del giorno della Pasqua. Il ciclo lunare di 19 anni fu corretto, e tutto il calcolo fu sostituito con un nuovo algoritmo».

«Nel testo che hai citato si parla infatti di numero d'oro, di epatta, ma che roba è?».

«Eh, è il cuore del nuovo algoritmo. Pensa che Giglio e Clavio, i due matematici, erano talmente convinti della precisione del loro nuovo algoritmo, che presentarono una tabella per il calcolo della data della Pasqua che arriva fino all'anno 800000000».

«Ottocento milioni? Stai scherzando?».

«No, guarda».



«Gulp, gente sicura dei calcoli».

«Abbastanza. In realtà, l'algoritmo non può essere così preciso, ci sono troppe variabili in gioco. E, comunque, è anche affetto da un errore: il calendario gregoriano fissa la durata dell'anno a 365.2425 giorni, mentre in realtà oggi è di 365.24219 giorni: e già qui abbiamo un errore di un giorno ogni 3226 anni».

«Robetta, ma non se confrontata con l'anno ottocento milioni».

«Infatti. E poi, la durata dell'anno non è costante: a causa delle forze di marea, la velocità di rotazione della terra intorno al proprio asse diminuisce, e quindi la durata del giorno aumenta, se rapportata alla lunghezza dell'anno».

«Uh».

«E non basta: la luna si sta pian piano allontanando dalla terra, e quindi si allunga anche il mese sinodico. E come se non bastasse, anche la terra si allontana lentamente dal sole…».

«E quindi anche la durata dell'anno aumenta. Perfetto, ciao ciao alle previsioni per l'anno ottocento milioni».

«Comunque, fino all'anno 4000 dovremmo essere a posto, poi ci penseremo».

«Benissimo. Ma, alla fine, come funziona l'algoritmo?».

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