«Carnevale, quaresima e… Pasqua!».
«Pasqua?».
«Sì, il carnevale precede la quaresima che, a sua volta, precede la Pasqua. Qual è l'ultimo giorno di carnevale?».
«Martedì grasso».
«Sì, ma in che data cade?».
«Eh, dipende».
«Certo, dipende da quando è Pasqua».
«Giusto, la quaresima ha una durata fissa, la Pasqua è variabile, quindi anche l'ultimo giorno di carnevale lo è».
«E come si calcola?».
«Si guarda sul calendario».
«E chi compila il calendario come fa?».
«Mh, ci sarà una formuletta?».
«Ah-ha! Ed eccoti servita la matematica del carnevale».
«Mah, preferivo il tunnel dell'amore».
«Bah. Comunque, della data della Pasqua se ne occupa, naturalmente, la chiesa cattolica, che il giorno dell'Epifania annuncia quella data e tutte le altre date ad essa collegata».
«Mi pare giusto. E mi pare anche di ricordare che la Pasqua cada la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera».
«Diciamo di sì, ma naturalmente non è così semplice. Del resto, sapresti calcolare quando cadrà il primo plenilunio di primavera?».
«Direi proprio di no. Potrei forse indovinare quando comincia la primavera, ma mi pare di aver capito che ci sia un po' di variabilità anche lì».
«Infatti. Ma cominciamo dall'inizio: l'anno Domini 325».
«E cos'è successo nel 325?».
«Il concilio di Nicea, che ha stabilito che ci dovesse essere un accordo unanime tra le varie chiese riguardo la data della Pasqua. Non stabilì un giorno preciso, ma affermò che dovesse essere la prima domenica dopo Pesach, cioè la Pasqua ebraica. Quindi l'unica certezza era questa: Pasqua ebraica e Pasqua cristiana dovevano essere ben distinte».
«Ma perché?».
«Eh, ai tempi c'era una notevole ostilità tra cristiani ed ebrei, non so se hai presente».
«Ah, ecco».
«Poi, intorno al 525, arrivò Dionigi il piccolo che definì con precisione la data della Pasqua: la domenica successiva al quattordicesimo giorno dopo la prima luna nuova nel periodo che ha inizio il 21 marzo».
«See, un po' più complicato no?».
«Magari anche un po' più preciso, perché è facile vedere la luna quando c'è, ma prevedere come sarà tra molti giorni, o molti anni, non è ovvio».
«Immagino».
«Ai tempi, vennero fatte un po' di approssimazioni. Per esempio, dal punto di vista astronomico l'inizio della primavera non è il 21 marzo: è invece un momento preciso in cui il sole attraversa il piano equatoriale. Quest'anno accadrà il 20 marzo, alle 5:14, per esempio».
«Ah».
«Il calendario giuliano, in vigore all'epoca, prevedeva un anno bisestile ogni quattro anni, ma in realtà non è così, un anno non dura esattamente 365 giorni e un quarto, e anche questo fatto contribuisce a spostare un po' il momento dell'equinozio. E poi c'è anche la faccenda del moto lunare».
«Cioè?».
«Si sapeva che 19 anni solari corrispondono, con buona approssimazione, a 235 mesi lunari. Questo ciclo di 19 anni viene detto ciclo di Metone, ma non è perfetto. L'approssimazione comporta un errore nel calcolo del momento della luna piena, a lungo andare. Quindi il momento dell'ipotetica luna piena calcolata con questi sistemi potrebbe differire da quello della vera luna piena anche di alcuni giorni».
«E se si sbaglia di qualche giorno a cavallo dell'equinozio di primavera…».
«Si potrebbe commettere un errore di un intero mese, esatto. Comunque, nonostante gli errori, si è andati avanti così per più di mille anni».
«E poi cos'è successo?».
«Poi è arrivato papa Gregorio XIII».
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