lunedì 26 luglio 2010

Chiii?

Ho studiato al liceo scientifico, in una classe in cui la lingua straniera era il tedesco.

Dalla prima alla quarta abbiamo avuto sempre la stessa insegnante, che poi è andata in pensione. In quinta, con lo spettro dell'esame, abbiamo tutti atteso con molto timore la nuova insegnante. Dopo le prime lezioni eravamo tutti entusiasti: era brava, ci sapeva fare, era giovane, ci portava in laboratorio linguistico (dove non eravamo mai stati nei precedenti quattro anni), ci faceva lavorare tanto, faceva battute (soprattutto quando interrogava quelli che stavano dort drüben, cioè in fondo, nell'ultima fila, noto luogo popolato da gente sospetta).

Però era incinta, e a dicembre rimase a casa.

A gennaio arrivò la supplente, quella che ci avrebbe preparati per l'esame. Una delusione: era bruttina (e questo, purtroppo, non aiuta quando si va in una classe di diciottenni allupati), aveva una voce sgradevole, urlava sempre, non si faceva rispettare, e spiegava maluccio. Il fatto è che tedesco era comunque una materia d'esame, e noi ci trovavamo in bilico tra il desiderio di non fare niente e il terrore di dover portare lingua straniera all'esame. All'epoca, infatti, la parte orale dell'esame funzionava in questo modo: il ministero decideva quattro materie, il candidato ne sceglieva una, la commissione gliene assegnava una delle altre tre. In pratica si dovevano portare due materie: una scelta a piacere e l'altra assegnata dall'alto. Quindi in teoria si dovevano studiare tutte e quattro, perché l'assegnazione della seconda materia veniva fatta il giorno prima dell'orale.

In pratica, però, non funzionava così: la commissione, al momento della scelta della seconda materia, doveva valutare l'andamento dello studente e scegliere quella nella quale la valutazione era migliore. Quasi sempre andava tutto bene, ma ogni tanto la seconda materia veniva cambiata (rispetto alle aspettative dello studente, che durante tutto l'anno aveva messo in atto strategie incredibili per riuscire ad avere una valutazione alta nella materia che avrebbe voluto come seconda).

In sostanza, nessuno voleva portare tedesco come seconda materia. E quindi nessuno aveva valutazioni alte, per non rischiare di vedersela affibbiare dalla commissione. Questo non giovava certamente alle lezioni della supplente.

La quale, una volta, in un momento in cui la confusione era davvero insopportabile e in cui qualcuno ridacchiava per un suo presunto errore, sbottò: “Ma insomma, basta, io sono una discepola del grande Claudio Magris!”.

La classe, a una sola voce, gridò: “Chiii?”. E in quel momento la prof capì che non ce l'avrebbe fatta.

E noi studenti ignoranti siamo andati avanti per anni, anche dopo aver sostenuto l'esame di maturità, a ripetere la scenetta del grande Claudio Magris.

Alla fine solo due portarono tedesco all'esame: uno che era bravissimo e praticamente se lo studiava per conto proprio, e un altro a cui, ahilui, venne cambiata la materia (ma, in effetti, in tedesco aveva una valutazione più alta che nelle altre materie e quindi andava bene così).

Tutto questo, comunque, era per dire che lo spettro di Claudio Magris ogni tanto mi tormenta. E non ci ho messo molto a decidere di vendicarmi, quando ne ho avuta l'occasione…

L'occasione è capitata qualche giorno fa, quando quelli di Gravità Zero hanno proposto il gioco dell'estate 2010, dal titolo Trova la bufala e vinci! Ogni settimana viene proposto un brano preso dalla stampa tradizionale, e compito del lettore è quello di trovare gli errori scientifici presenti nel brano e segnalarli.

Il brano della settimana scorsa era intitolato Claudio Magris e la forza di Coriolis, e io mi ci sono buttato a pesce (anche perché ero fresco dell'argomento, ne aveva parlato Keplero poco tempo fa).

Se volete sapere com'è andata, leggete qua.

venerdì 23 luglio 2010

martedì 6 luglio 2010

La formula più bella della matematica



Ho trovato una presentazione che spiega la formula di Eulero (la cosiddetta formula più bella della matematica) in termini di rotazioni sul piano complesso.

Riassumendola:

— un numero complesso è un vettore nel piano di Gauss,

— la moltiplicazione di due numeri complessi produce una rotazione e un aumento (o diminuzione) della lunghezza del vettore,

— da qui si può passare al concetto di potenza a esponente naturale di un numero complesso,

— il tutto è legato alla costruzione di una serie di triangoli simili, sempre sul piano complesso,

— se il vettore ha modulo unitario, i triangoli sono isosceli,

— bene, facciamo diventare questi triangoli isosceli sempre più piccoli, e leghiamo il tutto con la definizione di e.

(via Wild About Math!)