giovedì 31 dicembre 2009
Buon inizio decennio
Per fare gli auguri di buon anno volevo scrivere una cosa che tirava in ballo creazionismo, evoluzionismo, Dio (che vide che era cosa molto buona) e la materia oscura.
Poi ho pensato che questa foto fosse più indicata.
sabato 26 dicembre 2009
Differenze
Questa volta ha cambiato un po' le carte in tavola: Lei è sempre Lei, la gnocca intelligente. Lui è sempre Lui, l'umanista bello e atletico. Il Cattivo, questa volta, coincide col Sicario, mentre tu, lettore che hai già letto quattro libri identici, ti aspetti che sia uno dei Buoni. Invece no, anche se in effetti un Buono che interagisce per un po' col Cattivo c'è, ma solo perché è stato ingannato.
Basta, tutto il resto è una grossa caccia al tesoro condita con improbabili colpi di scena (da ricordare la ricerca su internet di tre o quattro parole chiave, che dura la bellezza di tre capitoli). Del resto, quasi ogni capitolo si chiude con un personaggio che rimane senza parole di fronte a una incredibile scoperta.
Il libro potrebbe finire con la morte del Cattivo, e invece no: prosegue con un elogio della massoneria e del sincretismo religioso tanto lungo e martellante che ci si domanda come mai la chiesa non sia intervenuta nei confronti di questo romanzo così come aveva fatto in occasione del primo. Forse perché chi lo doveva leggere si è addormentato prima della fine.
Basta, tutto il resto è una grossa caccia al tesoro condita con improbabili colpi di scena (da ricordare la ricerca su internet di tre o quattro parole chiave, che dura la bellezza di tre capitoli). Del resto, quasi ogni capitolo si chiude con un personaggio che rimane senza parole di fronte a una incredibile scoperta.
Il libro potrebbe finire con la morte del Cattivo, e invece no: prosegue con un elogio della massoneria e del sincretismo religioso tanto lungo e martellante che ci si domanda come mai la chiesa non sia intervenuta nei confronti di questo romanzo così come aveva fatto in occasione del primo. Forse perché chi lo doveva leggere si è addormentato prima della fine.
venerdì 25 dicembre 2009
Ultima lezione a Gottinga
Ne aveva parlato Andrea Plazzi sul suo blog, poi i Rudi Matematici durante la celebrazione del quinto Carnevale della Matematica, poi di nuovo Andrea Plazzi, seguito dai Rudi Mathematici nell'ultimo numero della loro rivista e da .mau. sul suo blog.
Si tratta del libro Ultima lezione a Gottinga, un racconto matematico a fumetti o, se volete, una graphic novel, che parla degli infiniti di Cantor. Siamo nella Germania governata dal nazismo, e il professore ebreo sta dando l'ultimo saluto all'aula, ora deserta, nella quale ha fatto lezione per tanto tempo.
L'aula, però, non è del tutto vuota: uno studente è entrato per recuperare un libro che aveva dimenticato, ed assiste alla lezione solitaria del suo professore.
La matematica è tanta, riassunta in poche tavole; i disegni sono molto belli. Se, poi, la lettura di questo racconto a fumetti vi ha incuriositi, magari date un'occhiata anche a Verso l'infinito (ma con calma), il mio contributo alla diffusione delle teorie di Cantor (dove non troverete fumetti, ma dialoghi — svolti, probabilmente, in un periodo meno cupo rispetto a quelli dell'Ultima lezione).
sabato 19 dicembre 2009
lunedì 14 dicembre 2009
Proooof, ma a cosa ci serve questa roba nella vita?
“Per la matematica, cerca non solo di ricordare semplicemente cosa e come fare, ma anche di capirlo e di apprenderlo come si apprende un pezzo musicale. La matematica non deve essere nella mente come un peso portato dall’esterno, ma come un’abitudine del pensiero: bisogna imparare a vedere i rapporti geometrici in tutta la realtà e a individuare le formule in tutti i fenomeni. Chi è capace di rispondere all’esame e di risolvere i compiti, ma dimentica il pensiero matematico quando non si parla direttamente di matematica, non ha appreso la matematica”.
“La matematica è la più importante delle scienze che formano il pensiero: essa approfondisce, precisa, generalizza e lega in un unico modo la visione del mondo, educa e sviluppa, dà un approccio filosofico alla natura”.
Parole di Pavel Aleksandrovič Florenskij, lette su MatePristem grazie a una segnalazione del ventesimo Carnevale della Matematica.
“La matematica è la più importante delle scienze che formano il pensiero: essa approfondisce, precisa, generalizza e lega in un unico modo la visione del mondo, educa e sviluppa, dà un approccio filosofico alla natura”.
Parole di Pavel Aleksandrovič Florenskij, lette su MatePristem grazie a una segnalazione del ventesimo Carnevale della Matematica.
domenica 6 dicembre 2009
I Will Derive
Devo assolutamente farlo cantare ai miei studenti di quarta.
At first I was afraid, what could the answer be?
It said given this position find velocity.
So I tried to work it out, but I knew that I was wrong.
I struggled; I cried, "A problem shouldn't take this long!"
I tried to think, control my nerve.
It's evident that speed's tangential to that time-position curve.
This problem would be mine if I just knew that tangent line.
But what to do? Show me a sign!
So I thought back to Calculus.
Way back to Newton and to Leibniz,
And to problems just like this.
And just like that when I had given up all hope,
I said nope, there's just one way to find that slope.
And so now I, I will derive.
Find the derivative of x position with respect to time.
It's as easy as can be, just have to take dx/dt.
I will derive, I will derive. Hey, hey!
And then I went ahead to the second part.
But as I looked at it I wasn't sure quite how to start.
It was asking for the time at which velocity
Was at a maximum, and I was thinking "Woe is me."
But then I thought, this much I know.
I've gotta find acceleration, set it equal to zero.
Now if I only knew what the function was for a.
I guess I'm gonna have to solve for it someway.
So I thought back to Calculus.
Way back to Newton and to Leibniz,
And to problems just like this.
And just like that when I had given up all hope,
I said nope, there's just one way to find that slope.
And so now I, I will derive.
Find the derivative of velocity with respect to time.
It's as easy as can be, just have to take dv/dt.
I will derive, I will derive.
So I thought back to Calculus.
Way back to Newton and to Leibniz,
And to problems just like this.
And just like that when I had given up all hope,
I said nope, there's just one way to find that slope.
And so now I, I will derive.
Find the derivative of x position with respect to time.
It's as easy as can be, just have to take dx/dt.
I will derive, I will derive, I will derive!
mercoledì 2 dicembre 2009
Puntini sulle i
“Allora, ragazzi, come mai non eravate a scuola ieri?”.
“Siamo stati all'università, alla presentazione delle varie facoltà”.
“Ah, bello. Quali presentazioni avete ascoltato?”.
“Quasi tutti ingegneria, qualcuno economia… Però, prof, lei sa qualcosa di ingegneria matematica?”.
“Veramente, no. Cosa vi hanno detto?”.
“Eh, ci hanno detto che un ingegnere matematico non è solo un matematico, ma anche…”.
“No, fermo”.
“Cosa?”.
“Volevi dire che un matematico non è solo un ingegnere, vero?”.
“Ma, veramente…”.
“No. No. No. Tu volevi dire così”.
“Ah, va bene”.
“Sia chiaro”.
“Ehm, no, perché loro ci avevano detto che un ingegnere matematico sa le cose che sa un matematico e però può anche fare cose che di solito fanno gli ingegneri”.
“Vabbé, ma quelli che ti hanno detto così sono ingegneri”.
“Sì”.
“Quindi cosa vuoi che ne sappiano loro?”.
“Prof, facciamo lezione adesso?”.
“Siamo stati all'università, alla presentazione delle varie facoltà”.
“Ah, bello. Quali presentazioni avete ascoltato?”.
“Quasi tutti ingegneria, qualcuno economia… Però, prof, lei sa qualcosa di ingegneria matematica?”.
“Veramente, no. Cosa vi hanno detto?”.
“Eh, ci hanno detto che un ingegnere matematico non è solo un matematico, ma anche…”.
“No, fermo”.
“Cosa?”.
“Volevi dire che un matematico non è solo un ingegnere, vero?”.
“Ma, veramente…”.
“No. No. No. Tu volevi dire così”.
“Ah, va bene”.
“Sia chiaro”.
“Ehm, no, perché loro ci avevano detto che un ingegnere matematico sa le cose che sa un matematico e però può anche fare cose che di solito fanno gli ingegneri”.
“Vabbé, ma quelli che ti hanno detto così sono ingegneri”.
“Sì”.
“Quindi cosa vuoi che ne sappiano loro?”.
“Prof, facciamo lezione adesso?”.
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