“Allora, mi hai detto che in una terna pitagorica i due cateti sono uno pari e uno dispari”.
“Esatto. Da adesso in poi diciamo che quello pari sia quello che abbiamo indicato con x, e quindi quello dispari è y”.
“E z?”.
“Proviamo a capire se c'è anche qualche proprietà che riguarda z. Può essere pari?”.
“Eh, boh, devo provare”.
“Prova. Ricordati che l'equazione x2 + y2 = z2 può anche essere scritta come y2 = z2 - x2”.
“Ah, allora se sia x che z sono pari, dovrebbe esserlo anche y”.
“Che invece è dispari”.
“Allora è impossibile che z sia pari, quindi deve essere sempre dispari”.
“Benissimo, ecco una nuova proprietà:”.
Proprietà 2: in una terna pitagorica primitiva, x è pari, y è dispari, z è dispari (a meno di uno scambio tra x e y)
“Molto bene”.
“Ora, è possibile che i due termini y e z abbiano fattori in comune?”.
“Se ce li hanno, devono essere dispari”.
“Giusto. Inoltre, se ce li hanno, li possiamo scomporre e possiamo così affermare che esiste un numero primo p che li divide entrambi”.
“Certo”.
“E quindi p divide anche i loro quadrati”.
“Senza dubbio”.
“E allora p deve dividere anche il quadrato di x, perché x2 = z2 - y2”.
“Ma allora p li dividerebbe tutti e tre, e questo è impossibile, perché abbiamo a che fare con terne primitive”.
“Forse x e y potrebbero avere qualche fattore comune, allora?”.
“Mah, mi sembra che si possa ripetere il ragionamento appena fatto. Non serviva sapere che y e z fossero dispari”.
“Esatto. Quindi nemmeno x e z possono avere fattori comuni, giusto?”.
“Giusto. Ecco una nuova proprietà:”.
Proprietà 3: in una terna pitagorica primitiva, MCD(x,y) = MCD(x,z) = MCD(y,z) = 1
“Che è un modo complicato per dire che nemmeno presi a coppie x, y e z hanno fattori comuni”.
“Proprio così. Ora vediamo un'ultima proprietà, che è abbastanza semplice da raccontare, ma un po' noiosa da dimostrare alla maniera dei Veri Matematici”.
“Uhh”.
“Eccola:”.
Proprietà 4: Se il prodotto di due numeri primi tra loro è un quadrato, allora i due numeri sono due quadrati
“Mh”.
“Il prodotto di due numeri primi tra loro è 36, che è un quadrato. Quali sono questi due numeri?”.
“Sei e sei. Sei per sei fa trentasei. Ma sei non è un quadrato, qualcosa non va”.
“Certo che qualcosa non va: sei e sei non sono primi tra loro”.
“Ah, ehm, vero”.
“I due numeri corretti sono 4 e 9, che sono due quadrati”.
“Già”.
“Questo vale sempre”.
“Ed è difficile da dimostrare?”.
“No, è noioso perché devi sempre pensare alle scomposizioni in fattori primi dei numeri, e allora le formule da scrivere sono lunghe perché non sai mai a priori in quanti fattori sia scomponibile un numero. Comunque, vediamo un'idea di dimostrazione. Indichiamo con a e b i due numeri che, moltiplicati, danno un quadrato, che indichiamo con c2”.
“Ok, ab = c2”.
“Succede che a sarà scomponibile in fattori, così come b”.
“Certo”.
“Dato che a e b sono primi tra loro, i fattori della scomposizione di a saranno diversi da quelli della scomposizione di b”.
“Ok”.
“E quindi i fattori di ab saranno tutti quelli di a assieme a tutti quelli di b”.
“Giusto”.
“Ma tutto questo è uguale a c2, che sarà pure lui scomponibile in fattori. Ma è un quadrato…”.
“Quindi nella sua scomposizione ci saranno tanti fattori al quadrato”.
“Questo è il punto. Dato che il teorema fondamentale dell'aritmetica ci dice che la scomposizione in fattori primi è unica, la scomposizione in fattori di ab deve essere uguale a quella di c2”.
“Ah, allora ci saranno quadrati anche nella scomposizione di a e b”.
“Ed ecco fatto: anche a e b sono quadrati. Te lo faccio capire meglio con un esempio: il prodotto ab = 8100, che è il quadrato di 90. Prova a scomporlo:”.
“Dunque, 8100 è 223452. Come faccio a sapere chi sono a e b?”.
“Fai i vari casi, ma ricordati che devono essere primi tra loro”.
“Allora, potrei avere a = 22 e b = 3452”.
“E sia a che b sarebbero due quadrati”.
“Vero. Oppure potrei avere a = 2234 e b = 52”.
“E anche in questo caso hai due quadrati”.
“Ah, ma ho capito, si hanno sempre quadrati. L'unico modo per non averli sarebbe quello di spezzare le potenze distribuendole un po' su a e un po' su b”.
“Ma non si può, perché a e b devono essere primi tra loro”.
“Ok, ho capito. E adesso?”.
“Adesso costruiamo queste benedette terne”.
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