lunedì 4 giugno 2012

Il problema dei corsi universitari di matematica

Il problema dei corsi universitari di matematica — che consistono quasi per intero di un processo ritmico di ingestione/rigurgito di informazioni astratte e sono strutturati in modo da massimizzare questo flusso di dati reciproco — è che la loro estrema difficoltà superficiale può indurci a pensare di sapere veramente qualcosa quando tutto ciò che davvero "sappiamo" sono formule astratte e regole per il loro utilizzo. Di rado i corsi di matematica ci dicono se una data formula è davvero significativa, o perché, o da dove è arrivata, o cosa c'era in gioco.

David Foster Wallace, Tutto, e di più. Storia compatta dell'∞.

13 commenti:

Roberto Natalini ha detto...

“alla fine non sapere nemmeno di non sapere è la parte più insidiosa di
molti corsi di matematica.” (DFW, Tutto e di più)

zar ha detto...

Eh.

delio ha detto...

non so se sono davvero d'accordo con dfw - che del resto la matematica l'ha mollata dopo il bachelor, proprio quando uno inizia a vedere i collegamenti e i fili rossi delle lezioni dei primi tre anni.

Maddog ha detto...

Della serie "meglio ingegneria" ??

zar ha detto...

:-)

Anonimo ha detto...

Da personaggio multiclasse fisico/matematico direi che l'arroganza di "non sapere di non sapere" è di diversi ordini di grandezza maggiore a fisica (soprattutto alla specialistica), rispetto a matematica dove invece si mantiene su livelli assolutamente accettabili. E questo è stato uno dei motivi che mi hanno portato alla fuga, si credono onniscienti e invece sono spesso ciechi a tutto ciò che esula dalla loro specializzazione (il resto del mondo diventa "roba da ingegneri", "roba da informatici", "roba da economisti", "filosofia" eccetera).

Marco

tetrapharmakon ha detto...

Marco, sei me per caso? Manco le avessi scritte io ste parole.

tetrapharmakon ha detto...

Zar, sai chi era Vladimir Abramovich Rokhlin?
http://mathfoolery.wordpress.com/2011/01/01/a-lecture-about-teaching-mathematics-to-non-mathematicians/

zar ha detto...

Uh, no, ora mi vado a leggere il link, grazie.

Marco ha detto...

Sono un giovane ingegnere informatico (laurea magistrale) appena laureato. Ho spesso fatto domande al prof. di analisi per sapere "perchè una formula era così, da dove veniva fuori" e mi è sempre stato risposto "sei un ingegnere, non un matematico, abbi fede e basta". Alla fine mi sono scoraggiato e ho studiato con l'UNICO modo possibile nell'università italiana: imparando tutto a memoria e applicando meccanicamente tutto senza capire mai niente. Confermo in pieno.

zar ha detto...

E' triste, eh.

Enea Butturini ha detto...

Sono studente in geologia e sto facendo un percorso geofisico, la matematica serve un casino per questa (ma come per altre) discipline.
Quello che mi sconvolge dei corsi matematici è che non si parla mai delle applicazioni cioè cosa realmente risolve un concetto matematico o una formula, chi sono le variabili coinvolte ecc..,
In pratica vorrei vedere di più la "filosofia" della matematica perchè capito il concetto poi lo posso applicare a molteplici casi

zar ha detto...

Eh, lo so, infatti questo è uno dei problemi...