Ero un bimbetto di circa dieci anni e, durante le estati, mentre i miei lavoravano, stavo quasi sempre con la nonna, la mamma di mia mamma. Ogni tanto, però, andavo dagli altri nonni, i genitori del babbo, che abitavano vicino al centro città. Il nonno, che ora non c'è più, andava quasi quotidianamente a chiacchierare con il suo consuocero, proprietario di una libreria (che esiste ancora, e porta ancora il cognome del consuocero, anche se ora non è più il proprietario). Io andavo con lui.
Voglio dire: io passavo le mattine all'interno di una libreria, toccavo i libri, li guardavo, li prendevo, li leggevo. Li annusavo.
Sì, oggi si può entrare in una grande libreria, toccare quello che si vuole, leggere magari a scrocco, ma non è la stessa cosa. Quella là era una libreria vera, con un'anima. E un libraio che conosceva ogni volume che aveva in vendita, che salutava i clienti che entravano, scambiava quattro chiacchiere, consigliava.
Vabbè, lo so che adesso, con la diffusione degli ebook reader, quelli che parlano del profumo dei libri sono guardati con sufficienza (non che prima fossero considerati delle persone del tutto normali, eh), ma portate pazienza. Per me quello era un posto speciale.
Mi ci sono letto le origini di Diabolik, per dire.
Il nonno aveva, a casa sua, una edizione della Divina Commedia della casa editrice Nerbini, Firenze. Io la guardavo in continuazione (anche un po' di nascosto: c'erano delle figure un po' scollacciate che non sapevo bene se potevo guardare oppure no); in libreria avevo riconosciuto la stessa casa editrice (la stessa carta, lo stesso profumo) in un paio di libri dalla copertina blu: Iliade ed Eneide. Il nonno me li regalò quando ero alle medie.
Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con il dugongo.
Intanto: sapete cos'è un dugongo? Se no, andate pure avanti a leggere. Se sì, fermatevi un attimo a pensare: quando avete imparato il significato della parola? Ve lo ricordate? Io sì, come se fosse ieri. Ero là in quella libreria, e stavo leggendo un libro. Uno di quelli a cui tengo di più.
Pausa.
Ho conosciuto l'arte di Franco Caprioli in quella libreria, leggendo una riduzione a fumetti del romanzo L'isola misteriosa, di Verne. Non conoscevo né il disegnatore, né il romanzo: quando trovai il volume in libreria, non lo mollai più. È un'avventura meravigliosa, con i misteri, le esplorazioni, la natura selvaggia. Con l'ingegnere che sa risolvere ogni tipo di problema (sì, certo, è un'opera di fantasia), sa calcolare l'altezza di un monte utilizzando le proporzioni, sa fabbricare i mattoni, sa estrarre il ferro, sa creare la nitroglicerina, sa trovare longitudine e latitudine. E te lo spiega, anche. E tu, leggendo, impari come si fa.
E i disegni. I disegni di questo artista che disegna con una pazienza infinita. Non usa retini: disegna i puntini a mano. Ne pubblico qualcuno qua sotto: non ho chiesto nessun permesso e, se qualcuno protesterà, li cancellerò. Non ci guadagno nulla.
Il marinaio Pencroff |
Una delle invenzioni dell'ingegnere |
La lezione sulla similitudine |
Il mare è spettacolare |
Ed ecco il dugongo |
3 commenti:
Mamma mia che ricordi!
Anche io ho imparato cos'era il dugongo e il pecari su quel fumetto.
Mi avevano regalato un cofanetto con 4 fumetti disegnati da Caprioli: Michele Strogoff, L'isola misteriosa, I figli del Capitano Grant e Un capitano di 15 anni, tutti di Verne, che ho letteralmente consumato.
Vedendo i disegni allegati mi sono tornati subito in mente dugongo, pecari, la semina del grano, il forno per mattoni e vasellame, la tartaruga che si gira da sola...
Ed è un po' colpa dell'ingegner Smith se ho deciso di fare ingegneria: perché sarà anche un opera di fantasia ma gli ingegneri risolvono problemi :-)
A me manca solo Michele Strogoff, purtroppo, gli altri 3 ce li ho.
La semina del grano, con i conti dell'ingegnere per capire quando avrebbero mangiato la prima pagnotta... E la costruzione della nave, Ayrton, la nitroglicerina.
A me l'ingegner Smith ha fatto capire la similitudine :-)
il problema delle librerie oggi non è tanto se sei libero o meno di leggere le cose, ma il fatto che non ci sono più i librai di una volta.
ieri alla feltrinelli una signorina mi ha chiesto se ero veramente sicura che esistesse uno scrittore chiamato raymond roussel...
un saluto
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