sabato 12 settembre 2009

Monodialogo, ovvero: sottile è la linea che ci separa dalla follia

“Cosa fai?”.

“Preparo lo zaino”.

“Lo sai che nostra moglie ci ha detto che è meglio se non andiamo in montagna da soli”.

“Oh, senti, dobbiamo andare in montagna perché lei ha lasciato dell'insalata nel frigo?”.

“Sì”.

“E allora questo non ci consente di godere di punti-moglie illimitati, almeno per oggi?”.

“Mh, sarà. E allora perché non ci vestiamo con gli abiti che stai infilando dentro allo zaino, come se tu volessi tenerli nascosti?”.

“Perché non so bene cosa faremo: andiamo su, vuotiamo il frigo, poi vediamo che tempo fa”.

...

“Bene, ora che abbiamo disinnescato la bomba all'insalata, possiamo tornare a casa?”.

“A casa? Mi piacerebbe andare a vedere com'è il tempo al Lago Santo”.

“Come vuoi che sia? Il cielo è tutto nuvoloso, non potrà essere molto diverso da quello che c'è qui”.

“Vabbè, io vado a vedere lo stesso”.

“Non è che poi vuoi salire da qualche parte, vero? Vogliamo solo andare a vedere, no?”.

“Certamente”.

...

“Ecco, visto che nuvole? Non è proprio il caso di salire”.

“Forse è vero. Mettiamoci i vestiti da montagna”.

“E cosa ce ne facciamo?”.

“Qua ci sono molti alberi, non si vede bene il cielo; metti che dal lago vediamo che c'è bel tempo: possiamo fare un giretto”.

“Figurati”.

...

“Visto? Nuvole”.

“Vedo. Andiamo dentro al rifugio”.

“A far cosa?”.

“Non abbiamo da mangiare, io prenderei qualcosa. Un gelatino”.

“Va bene”.

...

“Andiamo?”.

“Aspetta che guardo la cartina”.

“Perché?”.

“Voglio chiedere un'informazione al rifugiaio: — Scusi? Per andare al passo Boccaia si prende il sentiero 529? Bene, grazie”.

“Non andiamo a casa, suppongo”.

“Dai, il passo Boccaia è vicino. Aspetta — Senta, cosa dicono le previsioni? Pioverà oggi? Solo se smette il vento? Bene, grazie”.

“Quindi?”.

“Senti che vento? Possiamo andare”.

...

“Ecco il passo Boccaia, bello, freddo, andiamo”.

“Andiamo”.

“No, ma, non di là”.

“Il Giovo è di là”.

“Andiamo sul Giovo?”.

“Mi piacerebbe”.

“Era la tua intenzione fin da quando siamo partiti, eh?”.

“Ehm”.

...

“Senti, quelle persone che abbiamo incrociato poco fa hanno detto che su c'è un vento fortissimo e gelido. Siamo sicuri di aver preso vestiti abbastanza pesanti?”.

“Direi di sì, mal che vada si torna giù”.

“Sì, figuriamoci. Saresti capace di salire anche con un costume da bagno. Ma non ti inquieta un po' salire da solo?”.

“Un po', sì. Ho sempre il terrore di incrociare un cinghiale”.

“Ma qui è alto, e c'è freddo, figuriamoci se ci sono cinghiali”.

“E se ce n'è uno? Che faccio? Mi ci vorrebbe la valigetta dei coltelli di Locke. Ma poi, non mi ci vedo mica tanto a usare un coltello contro a un cinghiale”.

“No, decisamente no. Soprattutto perché ci fanno paura persino le cavallette”.

“Bleah, le cavallette. Piuttosto un cinghiale”.

...

“Uno dei vantaggi a salire da soli è il silenzio. Che bello”.

“Appunto”.

“Ehm”.

...

“Il fatto che stiamo camminando inclinati non ci preoccupa?”.

“Ma no, il vento tiene lontana la pioggia, siamo tranquilli”.

“Freddino però”.

“Già. Eccoci al crinale finale”.

“E adesso? Da che parte andiamo? Dov'è la vetta?”.

“Ehm, non si vede bene”.

“Non si vede niente, siamo in mezzo alle nuvole”.

“Proviamo di qua”.

...

“Legge di Murphy?”.

“Esatto. Torniamo indietro, la vetta è dall'altra parte”.

...

“Secondo me il fatto che non ci sia nessuno quassù ha un qualche significato. Perché ce ne stiamo seduti qui, sotto la croce, con il vento che ci gela la schiena, invece di scendere?”.

“Perché è bello. Quando ci ricapiterà di essere completamente soli con i nostri pensieri?”.

“Ma cosa stai facendo?”.

“Attivo fring, tramite l'interfaccia per gtalk aggiorno il mio stato su pingdotfm che automaticamente aggiorna twitter e facebook”.

“Non parlavi di solitudine?”.

“Sì, bé, questo è per tranquillizzare nostra moglie, così sa dove siamo”.

“Tranquillizzare o fare inferocire?”.

“Bello questo silenzio, vero?”.

...

“Oh, adesso che siamo scesi un po' c'è meno freddo, si sta meglio”.

“Sì, il vento si è calmato un po'”.

“Oh-oh...”.

“Sta piovendo”.

“Per fortuna manca poco”.

“E abbiamo questo giacchino impermeabile”.

“Questa pioggia mi fa venire in mente quella volta alle elementari in cui ho scritto l'unico tema decente di tutta la mia carriera scolastica”.

“Eh, ricordo. Che tristezza la nostra capacità di scrivere”.

“Mai stati capaci”.

“Eppure, quel tema... Parlava della bellezza della pioggia”.

“Più precisamente, della bellezza di uscire di casa con l'ombrello quando piove”.

“Sì, l'ombrello è come uno scudo, che ti difende dal bagnato e ti consente di camminare tra la pioggia”.

“Che bello. E pensare che fino a che non abbiamo conosciuto nostra moglie pensavamo che fosse Male uscire senza ombrello”.

“E bagnarsi? Figuriamoci. Contro natura”.

“È stata lei a farci capire la bellezza di... faccio ancora fatica a dirlo... andare sotto la pioggia senza ombrello”.

“Ma tu guarda come corre la mente quando si è completamente soli”.

“Ormai siamo arrivati: là c'è il rifugio, c'è della gente, fine del giro”.

“Peccato”.

“Già”.


Bé, insomma, sono stato a fare un giretto in montagna, in una giornata non proprio consigliabile dal punto di vista meteorologico. Qui c'è qualche foto.

13 commenti:

doc ha detto...

Che bel posto! E poi, dai, ... vuoi mettere che atmosfera con la nebbia, le nuvole, il vento gelido e tutto il resto? Alla fine vi siete divertiti, no?

Maurizio ha detto...

Sei stato un po' imprudente, no? da solo, senza nostra moglie, ad arrampicarti fin lassù. Tutto sommato, però, credo che ne sia valsa la pena. Belle le foto, anche se l'autoscatto rende l'immagine di una persona un tantino inquieta.

zar ha detto...

@doc: l'atmosfera era "bella" perché non ti metteva a tuo agio. Insomma, non era una normale passeggiata.

@Maurizio: sì, appunto, per quello nostra moglie non voleva che andassi. La foto con l'autoscatto è bruttissima, concordo. (Ma per riuscire a farne una decente ho corso avanti e indietro varie volte, non sembravo molto normale :-) )

Anonimo ha detto...

Gustosissimo post! Grazie.

zar ha detto...

Eh, grazie.

bibi.adrenalina ha detto...

Zar, prega che vada sempre tutto bene, perchè avere una moglie a casa non significa solo sorveglianza da eludere, ma anche responsabilità da onorare. Io ho fatto quei sentieri e so che schifo di posto diventano con maltempo. Ha tutto il sapore di una imprudente scappatella adolescenziale. Puoi avere occasioni per ritrovare te stesso senza prendere dei rischi inutili.
Non me ne volere per la tirata d'orecchi, ma io di montagna ne ho praticata tanta, col Cai e senza, e ho imparato che è lei che decide, e quando decide so' cavoli tuoi.
Meglio una volta di meno, per avere una volta ancora in futuro.

zar ha detto...

Lo so, lo so che è la montagna che decide, ma in fondo ero sempre intorno al lago Santo, con tre rifugi sotto. È vero che ero solo, ma ho incrociato gente che scendeva, ho chiesto informazioni al rifugiaio che quindi sapeva che andavo là.

Se avessi sentito un solo tuono non sarei salito. E ho scelto il sentiero che sale dal passo Boccaia, non la direttissima piena di pietraie.

Insomma, ho fatto a modo :-)

bibi.adrenalina ha detto...

Direttissima: meno male che non ci hai neanche pensato(vero?).
Comunque un fulmine (possono arrivare quando sei già lontano dalla civiltà e anche prima che cominci a tuonare)o un piede in fallo possono se va bene complicarti inutilmente la vita, no? E quando sei lì con una caviglia fuori uso, come minimo, devi sperare di incontrare gente sul sentiero (se sono prudenti non ne vedi più neanche uno),che il rifugiaio si ricordi ancora di te e che si immagini che sei in difficoltà (mica tutti ripassano in rifugio a dire "oh, sono tornato, eh?"), o che al giungere delle tenebre tua moglie si chieda dove sei, e quando lo viene a sapere metta da parte la sua sana rabbia e invece di lasciarti lì, decida di avvertire i soccorsi...

zar ha detto...

Non era tempo da fulmini, non era un temporale estivo. C'era vento in quota e nuvole basse, terreno secco, ha iniziato a piovere verso la fine della discesa. E avevo il cellulare.

L'unico rischio vero era il piede in fallo, questo è vero. Ma non ero mica in ciabatte, penso fosse un rischio accettabile.

(La direttissima no, non ci ho pensato, la lascio ai giovani... Non ero mai salito per il passo della Boccaia, ho provato quel sentiero lì)

bibi.adrenalina ha detto...

Ok, allora hai fatto bene
Però da solo non si fa. Birichino!

p.s. dichiarare un rischio "accettabile" è sempre un rischio...

dioniso ha detto...

Ma le croci sulle vette le fanno tutte uguali?

La tua foto mi ha ricordato molto questa.

Tratta dal racconto intero della mia "scalata"

dioniso ha detto...

che maleducato! Stavo dimenticando i...

Saluti!

zar ha detto...

La croce è identica!