sabato 18 agosto 2012

Tennis, tv, trigonometria, tornado

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Tennis, tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più), di David Foster Wallace, Minimum Fax, 10.63€ in formato cartaceo, 8.90€ in formato elettronico, è il terzo libro che leggo di DFW.

Si tratta di una raccolta di saggi di argomenti diversi e slegati tra loro, che quindi commento separatamente.

Tennis, trigonometria e tornado racconta di quando l'autore faceva il tennista, da ragazzino, in Illinois, terra di grandi pianure e di tornado. Ogni tanto ci sono termini matematici infilati a caso (come in «...dove n è una funzione iperbolica limitata dal seno della bravura dell'avversario e dal coseno del numero di colpi scambiati fino a qual momento (approssimativamente)»), ma è molto piacevole da leggere.

E Unibus Pluram: Gli scrittori americani e la televisione. Ecco, questo non l'ho letto tutto: parla di programmi televisivi americani che io non ho mai visto, e fa riferimenti a saggi di autori americani che io non ho mai letto, e quindi per comprendere quello che stavo leggendo avrei dovuto studiare un po' di cultura pop americana. Ho deciso di soprassedere.

Invadenti evasioni è il resoconto di una visita, durata più giorni, alla Fiera Statale dell'Illinois. Una delle parti più belle del libro, con maiali, giovenche, majorette e cibi di tutti i tipi fritti.

Che esagerazione è un articoletto di 9 pagine che comincia così: «Negli anni '60 sono arrivati i metacritici poststrutturalisti, hanno capovolto gli assunti dell'estetica letteraria, quegli assunti che i suoi maestri avevano considerato come autoevidenti e, fondendo teorie del discorso creativo e posizioni metafisiche radicali, hanno reso l'interpretazione dei testi molto più complicata». Non avendo capito assolutamente nulla di questo primo periodo, ho saltato le 9 pagine seguenti e sono andato oltre. Credo che si parli di critica letteraria, ma non ne sono del tutto sicuro.

David Lynch non perde la testa racconta di una visita di David Foster Wallace al set del film Strade perdute. Ed è anche una lunga analisi delle opere di Lynch, molto bella e approfondita. Di David Lynch io ho visto soltanto Twin Peaks (e la mia malata sindrome da continuity mi ha costretto a vedere entrambe le serie, fino alla fine), e ho deciso che non avrei visto più nulla. Questo saggio mi ha spiegato il perché.

L'abilità professionistica del tennista Michal Joyce come paradigma di una serie di cose tipo la scelta, la libertà, i limiti, la gioia, l'assurdità e la completezza dell'essere umano è il saggio finale, che ci porta all'interno di un torneo di tennis. Scritto bene, come al solito, si legge molto volentieri; le descrizioni dei tennisti, degli scambi, delle partite sono così realistiche che non ti fanno rimpiangere il fatto che, effettivamente, non sei là anche tu.


Insomma, mi è piaciuto.

2 commenti:

Roberto Natalini ha detto...

Ciao Roberto. Intanto grazie di occuparti ancora di Wallace (ti abbiamo ripreso sull'Archivio DFW Italia: http://archivio-dfw.tumblr.com/post/29749993624/tennis-tv-trigonometria-tornado).

Un paio di commenti allora.

a) TTT: la traduzione italiana fa difetto sulle funzioni iperboliche. L'originale suona: "where n is a hyperbolic function limited by the sinh of opponent's talent and the cosh of the number of shots". Ossia il gioco del tennis offre un'iperbole di infinite possibilità di variazione. Questo tipo di idea viene ripresa ed espansa in IJ. Questi scambi sono anche un'immagine dello scambio che intercorre tra un autore e un lettore (forse). L'iperbole è per Wallace un infinito positivo che si apre a nuove possibilità, contrapposto all'infinito ciclico e alienante della lemniscata. Non so se questo commento aiuta...

b) E unibus pluram. Non serve conoscere tutti i riferimenti americani dei primi anni '90 per leggere. È un lucido saggio sulla funzione della tv nella nostra vita e il suo rapporto con la letteratura e l'ironia. Un manifesto della poetica wallaciana. Da leggere, perché molto bello.

c) Invadenti evasioni nasce dallo stesso tipo di insofferenza che hai tu (e io, e Wallace) per certe teorie cerebrali sulla letteratura [pensa che nella lista dei libri da leggere di Wallace c'erano sempre Stephen King e James Ellroy]. Ma proprio per questo è molto interessante. Scritto benissimo.

Ecco. Ora aspettiamo che tu legga anche Infinite Jest ;-). Ciao. r

zar ha detto...

Ah, ecco, sinh e cosh hanno un po' più senso di sin e cos, nel contesto di iperbolicità.