“Il quinto canto dell'Inferno è quello di Paolo e Francesca”.
“Ah, il canto dell'amore”.
“Mica tanto, siamo sempre all'Inferno”.
“Anche questo è vero”.
“Ora: come fanno le anime dannate a sapere dove devono andare? Chi glielo dice? Chi ha detto a Paolo e Francesca di andare nel primo cerchio dell'Inferno?”.
“C'è Minosse che li guida, vero?”.
“C'è Minosse, che giudica le anime e le assegna a una determinata zona. Ma Minosse non parla — o, almeno, non parla con le anime:”.
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.
“Uh, vero, attorciglia la coda”.
“Esatto. Conta con la coda, invece che con le dita”.
“E perché non usa le dita?”.
“Chissà, Dante non lo dice. Potrebbe semplicemente parlare, ma no, non lo fa. Però con Dante parla, quindi è in grado di farlo”.
“E quindi?”.
“Quindi non lo so. I cerchi dell'Inferno sono nove, dunque avrebbe abbastanza dita per numerarli tutti; ma alcuni di essi hanno una struttura più particolareggiata: il settimo cerchio è formato da tre gironi, l'ottavo cerchio da dieci bolge, il nono da quattro zone. Se Minosse volesse essere preciso, avrebbe bisogno di 23 dita”.
“Non gli basterebbero nemmeno le dita dei piedi, ammesso che abbia ancora mani e piedi umane”.
“Dante risolve il problema usando una numerazione in base 1”.
“Ma come in base 1?”.
“Noi siamo soliti utilizzare la base 10, ma non è l'unica esistente. Nei computer viene utilizzata la base 2, per esempio. La base 1 in realtà non è una vera base, è un modo scherzoso per dire che stiamo contando con le dita, o con i giri della coda di Minosse, o con dei sassolini in un sacchetto”.
“Non è gran matematica, questa”.
“No, non molto. Anche se i numeri naturali sono alla base di tutto: Dio ha creato i numeri naturali, tutto il resto è opera dell'uomo, diceva Kronecker”.
“A Dante sarebbe piaciuto”.
“Sicuramente. Tieni anche presente il fatto che la numerazione araba non era ancora molto diffusa: Fibonacci, che l'ha portata in Italia, ha scritto il Liber Abaci nel 1202, e poi ne ha pubblicata una seconda stesura nel 1228. Dante avrebbe potuto conoscerlo, ma non ne fa cenno. Pare che a Firenze l'uso della numerazione araba da parte dei banchieri venne proibito nel 1280, perché lo zero avrebbe creato confusione”.
“Va bene, Dante risolve il problema con la coda di Minosse”.
“Esatto. Ma andiamo avanti, diciamo qualcosa anche di Paolo e Francesca, non possiamo fare finta di niente”.
“Oh, bene”.
“La pena prevista per i lussuriosi è quella di essere trasportati dal vento e di essere sbattuti di qua e di là in continuazione”.
“Beh, non è terribile come altre pene”.
“No, infatti, anche se è pur sempre una pena eterna. Ecco come Dante descrive le anime dannate:”.
E come li stornei ne portan l’ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
così quel fiato li spiriti mali;
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena.
“Gli stornei sono gli stornelli?”.
“Cioè gli storni, sì”.
“Ok, e poi arrivano Paolo e Francesca e fine della matematica”.
“Dopo, sì. Ma qui ci sarebbe qualcosa da dire”.
“Ma cosa vuoi mai che si possa dire di uno stormo di uccelli?”.
“Beh, c'è chi ha avuto un premio Nobel per la fisica partendo proprio da lì, direi che si possa dire tanto. Lo studio dei sistemi complessi è affascinante, complicato, ha a che fare con il caos matematico, la dinamica dei fluidi, le previsioni del tempo, l'auto organizzazione, l'economia, forse l'intelligenza artificiale, e chissà cos'altro ancora. E tutto questo può essere intuito osservando”.
“Oh. Cado come corpo morto cade”.