lunedì 30 marzo 2009
Ma come si fa a insegnare quando mancano le basi?
“Abbiamo detto che un flesso è un punto in cui cambia la concavità”.
“Sì, prof, ma in che senso? Non si capisce bene cosa vuol dire cambiare la concavità”.
“Allora, questa è una pista di moto vista dall'alto”.
“Moto?”.
“Sì, facciamo una gara. All'inizio il motociclista è piegato verso sinistra, se vuole percorrere la curva”.
“Eh, già”.
“Poi si rialza e, verso la fine, sarà piegato verso destra”.
“Giusto”.
“Ci sarà un punto in cui la moto si trova verticale, no? Il passaggio dalla curva a sinistra a quella a destra”.
“Vero”.
“Bene, quello è il flesso”.
“Ho capito”.
Passa il tempo.
“Prof, ma anche nei punti angolosi c'è un flesso?”.
“Eh, bella domanda. Qua si tratta di mettersi d'accordo sulla definizione: in effetti anche coi punti angolosi ci potrebbero essere cambi di concavità”.
“Infatti”.
“Però nel punto non esiste la tangente. Di solito quelli non si chiamano flessi, molti libri specificano che nel flesso deve esistere la tangente. Ricordi l'esempio della moto?”.
“Certo”.
“Ecco, in questo caso servirebbe la moto di Tron per percorrere questa pista”.
“Eeeh?”.
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6 commenti:
o anche Automan, ma questo è già più difficile :p
Automan viene dopo Tron, però.
... e su un flesso verticale? ...
Eh, brutta bestia quello: lo chiamiamo flesso, la derivata non esiste, e la retta tangente invece sì.
Che nerd.
Padre perdonali perché non sanno quello che dicono.
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